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Football

Roma, i cinque momenti indimenticabili nel derby

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E’ il match più atteso dell’anno nella Capitale e in provincia. Lazio e Roma si affrontano non solo per la supremazia cittadina, che da queste parti vale come uno scudetto, ma anche per il secondo posto, che, non solo da queste parti, equivale all’accesso diretto alla Champions League. In questo articolo proviamo a rievocare cinque momenti indimenticabili vissuti dalla Roma nelle stracittadine degli ultimi anni.

BATTI IL CINQUE – Non può ovviamente mancare, in qualsiasi classifica di questo tipo, il leggendario 1-5 con il quale la Roma di Capello schiantò la Lazio, il 10 Marzo 2002. Una vittoria clamorosa, impreziosita dalle quattro reti di uno scatenato Montella e dalla magia di Totti, ma, per la soddisfazione dei supporters giallorossi, anche e soprattutto dal volto di un frastornatissimo Alessandro Nesta, capitano dei biancocelesti costretto ad uscire a fine primo tempo in evidente stato di shock.

IL TACCO DI DIO – Stagione 2003/04, derby di andata. C’è ancora Capello sulla panchina della Roma, a guidare una squadra splendida, che si giocherà lo scudetto fino alla fine con il Milan (giungendo puntualmente seconda, come da tradizione degli ultimi 15 anni). Match bloccato fino all’81’, quando Amantino Mancini raccoglie una punizione battuta di Cassano con un tacco volante meraviglioso, che non lascia scampo a Peruzzi. Un gesto passato alla storia come “Il tacco di Dio”. Per un derby così, si può scomodare chiunque.

LA STORIA SIAMO NOI – 26 Febbraio 2006, una data che rimarrà incisa nella memoria dei tifosi giallorossi. E’ il derby delle undici vittorie consecutive, record del calcio italiano fino alla stagione successiva, quando verrà sgretolato dall’Inter di Mancini (“l’altro”). Nella squadra di Spalletti manca un elemento fondamentale, Francesco Totti, infortunatosi gravemente nel turno precedente, a causa di una dura entrata di Vanigli. Nessun problema, tuttavia. Taddei e Aquilani archiviano la pratica, e a fine partita, tutti ad abbracciare il capitano, che ha seguito il match con le stampelle a bordo campo. E’ la storia.

LA MANO DI DIO- Dopo il tacco, la mano. Protagonista sempre un brasiliano. Stagione 2009/10, la Roma di Ranieri ha superato l’Inter di Mourinho nel weekend precedente, ma i nerazzurri, battendo nell’anticipo la Juventus, sono tornati avanti. Tommaso Rocchi porta in vantaggio una Lazio che si gioca la salvezza, poi nella ripresa Cassetti atterra Kolarov ed è calcio di rigore. Sul dischetto va Sergio Floccari, ma Julio Sergio, già protagonista con una super parata su Mauri all’andata, neutralizza la minaccia, dando il la alla rimonta, perfezionata da una doppietta di Mirko Vucinic. E’ la “Mano di Dio”, come urla in telecronaca il tifoso giallorosso Zampa, ad aver parato il rigore di Floccari. Dal tacco alla mano. La Roma ne ha di santi in Paradiso.

TAGLIA E (S)CUCI – E’ il 17 Dicembre 2000. La Lazio ha vinto lo scudetto l’anno precedente, e punta a riconfermarsi. La Roma ha la squadra giusta per tornare a festeggiare il Tricolore dopo quasi vent’anni. E’ testa a testa in campionato, ne viene fuori un derby teso e poco spettacolare. Al 70′, Batistuta raccoglie di testa un cross dalla destra, la sfera finisce sui piedi di Nesta che perde la calma, la spazza via centrando in pieno lo sfortunato Paolo Negro, che mette il pallone nella sua porta. Un autogol clamoroso, che regala i tre punti alla squadra di Capello, e risulterà decisivo per la vittoria finale. E così lo scudetto viene scucito dalle maglie biancocelesti e cucito su quelle giallorosse.

Giovane studente di filosofia ed aspirante giornalista, nato nel 1993. Calcio e ciclismo sono gli sport che amo maggiormente, ma la mia vera, grande passione, è la politica, vissuta, sempre e comunque, in direzione ostinata e contraria.