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I 10 “insospettabili” più titolati della Serie A

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Paolo Orlandoni, Inter

Simone Pepe e Simone Padoin. I due giocatori bianconeri, accomunati dai colori e dal nome, hanno anche altro in comune. Per esempio, potranno raccontare ai nipotini di aver vinto ben quattro Scudetti consecutivi con la Juventus. E di esser arrivati a disputare, con esito tutto da scrivere, una finale di Champions. La loro è una vera e propria “favola”: anche se, verosimilmente, nessuno dei due sarà protagonista nella finale di Berlino, passeranno alla storia con tanti altri “insospettabili” titolati. Soprattutto Pepe, finito ai margini di una rosa di altissimo valore anche per i seri guai fisici patiti nelle ultime stagioni. Padoin invece, arrivato a gennaio 2012 dall’Atalanta, da umile “soldatino” ha sempre risposto presente ogni qualvolta Conte prima, e Allegri dopo, gli assegnavano il “compitino” da svolgere in campo. Loro, comunque, sono soltanto gli ultimi di una ricca serie di calciatori, soprattutto portieri, che possono vantare un palmares di tutto rispetto nonostante lo scarso utilizzo sul rettangolo verde. Scopriamo il resto dell’allegra ciurma:

Luciano Bodini, eterna riserva della Juve anni '80

Luciano Bodini, eterna riserva della Juve anni ’80

BODINI, JUVENTUS – E’ il “capostipite” della categoria. Luciano il bresciano, dopo due anni all’Atalanta, accetta con gioia di diventare il portiere della Juventus. Non il titolare, ovviamente: prima Zoff e poi Tacconi risultano ostacoli troppo insormontabili per lui. Nel lungo e ricco decennio con i bianconeri, dal ’79 all’89, vince “appena” quattro Scudetti, una Coppa Campioni e l’Intercontinentale.

ORLANDONI, INTER – Nei giorni in cui i bianconeri sognano il Triplete, citiamo subito un portiere che nel quinquennio d’oro dei nerazzurri ha vinto tutto ciò che la tavola potesse offrire. Con un fuoriclasse come Julio Cesar, si è adeguato a sistemarsi in panchina ancor prima che tra i pali: poco male, dato che figura in tutti gli albi d’Oro. Con ben quattro gare disputate in cinque stagioni.

FIORI, MILAN – Per “par condicio”, citiamo pure l’illustre cugino. Valerio Fiori, dopo un’onesta carriera in A, decide di svernare al Milan come terzo portiere. Mai scelta fu più azzeccata: Abbiati e Dida battagliano per un posto da titolare, lui invece gioca due partite in nove stagioni e vince uno Scudetto, una Coppa Italia e due Champions. Con uno stipendio da far invidia a molti suoi colleghi…

NAVA, MILAN – Milanese Doc, corona il sogno di una vita entrando a far parte del Milan degli invincibili. In una difesa “monstre” come quella dei rossoneri d’inizio anni ’90, il suo destino da subalterno è scritto in maniera indelebile. Vincerà ben nove trofei, e nella finale trionfale contro il Barcellona del 1994 scende in campo “formalmente” nei minuti finali, a punteggio acquisito.

BIGLIARDI, NAPOLI –  Bigliardi, chi era costui? Domanda retorica e spontanea: è un difensore che ha giocato con gli azzurri dall’86 al 1990. Basta poco per capire che ha fatto parte di una squadra storica, vincitrice dei due unici Scudetti partenopei, di una Coppa Italia e di una Coppa Uefa. Concluderà la carriera al Leffe, ma il giocatore di Catanzaro è già entrato silenziosamente nella storia.

VERGA, MILAN – Un cognome storico, una carriera lampo: di sicuro, al Milan non vi arrivò di “malavoglia”. Il giovanissimo Rufo Emiliano, nato a Legnano, gioca con casacche di mezza Italia ma sa bene che diventare una riserva dei rossoneri lo porterà alla gloria eterna. Lascia il calcio a solo 25 anni per problemi fisici, ma in bacheca mostra uno Scudetto, una Coppa Campioni e un’Intercontinentale.

Guerino Gottardi, idolo della Lazio

Guerino Gottardi, idolo della Lazio, entra di diritto tra gli “insospettabili” titolati

GOTTARDI, LAZIO – Guerino Gottardi, svizzero di Berna, diventa “eterno” a Roma, sponda Lazio. Con la maglia biancoceleste giocherà dal 1995 al 2004. Nei primi anni in biancoceleste trova comunque i suoi spazi, e diventa addirittura decisivo nella conquista della Coppa Italia del 1998. Segna una rete anche al Real Madrid, ma la sua è la Lazio degli anni d’oro, e dopo quell’episodio lo si vedrà spesso in panchina.

DI FUSCO, NAPOLI – Con la casacca dei partenopei, il portiere di Riardo condivide gioie ma anche dolori. Vissuti spesso in panchina, ovviamente. Conosce l’onta dell’incredibile retrocessione del ’98, ma soprattutto colleziona sette presenza tra i pali mentre Maradona e soci facevano raggiungere a Napoli vette mai raggiunte finora.

LANTIGNOTTI, MILAN – La sua storia è simile a quella di Verga, con il quale ha condiviso dei momenti rossoneri. Debutta giovanissimo nel Milan di Sacchi, e già a 20 anni vanta un palmares di tutto rispetto: due Coppe Campioni, l’Intercontinentale e la Supercoppa italiana. Da riserva vincente cambia squadra e diventa titolare altrove, ma il destino con lui era stato fin troppo clemente.

LONGOBUCCO, JUVENTUS – Il difensore di Scalea corona un sogno e già a 20 anni è un giocatore dei bianconeri. Rimane a Torino quattro stagioni, giusto il tempo di “decorarsi” con ben tre titoli di Campione d’Italia. Viene impiegato con costanza nel 1973-74, l’unica stagione dove la Juventus non vincerà il Tricolore. Fallisce per poco l’assalto alla Coppa Campioni del ’73: se ne sarà fatto una ragione.

Manlio Mattaccini

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