Europa League
Inter, 5 buoni motivi per non andare in Europa League

L’ultima batosta contro la “Juve B” ha diminuito sensibilmente le possibilità di un approdo in Europa per i nerazzzurri. Ma, grazie alla mediocrità generale e alla licenza Uefa che tarda ad arrivare in casa Genoa, l’Inter è ancora incredibilmente in corsa per un posto nella coppa minore del Vecchio Continente. L’Inter è attualmente ottava a 52 punti, il sesto posto (matematicamente l’ultimo utile per entrare in EL), è distante 4 punti e occupato dal Genoa, prossimo avversario dei nerazzurri in campionato. La squadra di Mancini dovrebbe quindi battere i rossoblu e poi sperare di risicare ancora un punto all’ultima di campionato (l’Inter giocherà in casa con l’Empoli, il Genoa fuori casa col Sassuolo). Ma la domanda sorge spontanea: è veramente conveniente riuscire da agguantare l’ultimo posto utile per l’Europa League? Ecco a voi 5 motivi che propendono per il no.
1) PRELIMINARI A FINE LUGLIO – I preliminari sono l’incubo di ogni allenatore: non gli permettono di fare un ritiro estivo decente e rubano energie fondamentali che poi vengono a mancare nel momento clou della stagione. Dovendo preparare delle partite ufficiali – per quanto semplici sulla carta – un mese prima dell’inizio del campionato, necessariamente i carichi estivi dovranno essere diminuiti, con la conseguenza dell’aumento degli infortuni e di un calo fisico intorno a febbraio/marzo. Se poi si conta che quest’estate andrà di scena anche la Copa America, ecco che i sudamericani nerazzurri convocati dalle rispettive nazionali rischiano di non staccare mai la spina.
2) IMPEGNO STRESSANTE – Giocare il giovedì sera toglie energie fondamentali per il campionato. I nerazzurri hanno già provato questa esperienza nella stagione 2012-2013 (terminata con un desolante 9° posto) e nella stagione attuale. Le trasferte – soprattutto nel primo periodo – sono verso luoghi lontani e sconosciuti ai più, con il rischio di arrivare al weekend stanchi e senza il nerbo necessario per sopraffare l’avversario in campionato. Disputare una sola partita a settimana, concentrandosi solo sull’obiettivo nazionale, potrebbe invece permettere all’Inter di completare la rinascita in un tempo decisamente più breve: agguantare un posto valido per la Champions 2016/2017 sarebbe come manna dal cielo per le casse e per l’appeal internazionale della Beneamata. Le altre partecipanti all’ultima Europa League hanno tutte peggiorato il loro piazzamento in campionato rispetto all’anno precedente: il Napoli da terzo è passato quarto, la Fiorentina da quarta a quinta e il Torino da settimo a nono. Al contrario chi non ha disputato l’EL – la Lazio – ha disputato un campionato strepitoso, e sta combattendo fino alla fine per il secondo posto.
3) NECESSITA’ DI UNA ROSA AMPIA – Il doppio impegno obbliga necessariamente ad avere una rosa decisamente più ampia rispetto ad una squadra che gioca solo il campionato. Questo vorrebbe dire monte ingaggi più alto e necessità di reperire più elementi sul mercato (andando a disperdere il tesoretto disponibile) finendo col guardare più alla quantità che alla qualità dei nuovi innesti. Senza l’impegno europeo, al contrario, Ausilio e Mancini potrebbero concentrarsi sul motto “pochi ma buoni”, andando a reperire in sede di trattative solamente 3/4 elementi di spessore e carisma internazionali per dare la spinta decisiva al progetto nerazzurro.
4) POCHI SOLDI – L’Europa League è la sorella povera della Champions: se le cifre che girano intorno alla “coppa dalle grandi orecchie” sono da strabuzzare gli occhi, quelle che promette la sorellastra sono quasi ridicole. La partecipazione ai gruppi vale 1,3 milioni, la vittoria nei gruppi 200 mila euro, il pareggio 100 mila. Il primo posto nel girone 400 mila, il secondo 200 mila. I sedicesimi di finale permettono di incassare 200 mila, gli ottavi 350 mila, i quarti 450 mila, le semifinali 1 milione e le finaliste guadagnano 2,5 milioni a testa; il campione finale porta a casa 5 milioni. La cifra massima per chi vince, market pool escluso, si attesta sui 9,9 milioni. Pochissima roba se si pensa al bilancio totale di un club come l’Inter: quindi è conveniente spendere tutte queste energie per racimolare “solo” qualche milione?
5) TOURNÉE ASIATICA – Infine un problema spinoso: l’Inter questa estate ha in programma una tournée asiatica, fortemente voluta dal presidente Thohir, che le permetterebbe di aumentare il brand internazionale e raccogliere fondi da riversare nelle casse nerazzurre. La tournée sarebbe programmata tra il 20 e il 27 di luglio, il primo preliminare è il 30 luglio: risulta evidente l’incompatibilità tra questi diversi impegni, quindi il club milanese sarebbe obbligato a spostare i suoi impegni estivi, compromettendo una fonte sicura di guadagno.
Chiariamo subito un aspetto: l’Inter non si farà da parte lasciando campo libero alle avversarie pur di evitare la qualificazione europea. Ma in fondo se anche questa non dovesse arrivare forse non ci sarebbe troppo da disperarsi.
