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Da Don Abbondio al conte Max: la rivincita di Allegri
“Normalmente, le rivoluzioni portano con sé dei sentimenti di speranza, mentre in questo caso vince la rassegnazione per un ridimensionamento che appare inevitabile. I fasti dell’era Conte sono già racchiusi in una foto in bianco e nero”. Si era partiti da qui, da una successione ricca di diffidenza, sentimenti contrastanti, un amore finito male ed un altro nel quale l’amante prescelto era un deludente ripiego. Si arriva qui, ad uno scudetto vinto da protagonista assoluto, un triplete da favola ancora possibile ed uno spettro unicamente bianco, senza velature nere. Massimiliano Allegri si è preso una bella rivincita, alla faccia delle malelingue.
LO CHIAMAVANO DON ABBONDIO – Ha tirato fuori gli attributi, l’ex tecnico del Milan. Che fosse un ottimo tecnico era noto a tutti, ma il suo profilo caratteriale stonava, e non poco, con quello del suo predecessore. Prendere in mano la squadra vincitrice degli ultimi tre titoli nazionali non sarebbe stato facile per nessuno, meno che per uno come lui. Il Don Abbondio livornese, apparentemente incapace di reggere le pressioni da grande piazza, è riuscito nell’impresa, riuscendo a fare meglio, molto meglio, di Antonio Conte. Ha dato alla squadra un profilo europeo, mantenendo allo stesso tempo il Dna italico da dominatore assoluto. Entrato in punta di piedi nel mese di maggio, Allegri potrebbe raddoppiare, oppure chissà, triplicare. In questo momento è poco più di un sogno, ma la testa è radicata sul campo, non certo tra le nuvole. Innovare e rinnovare, senza rivoluzionare: Conte e Allegri come Sacchi e Capello, temporalmente invertiti. Il risultato è il medesimo.
LO CHIAMANO IL CONTE MAX – Dal sergente Hartman a Don Abbondio, si diceva. Dall’era dei trionfi post-Calciopoli al ciclo del ridimensionamento, si pensava. Invece no, non è andata così. Allegri ha conquistato la Juventus facendone una propria creatura, lasciando da una parte la tensione emotiva da caserma degli anni passati e dando spazio ad un nobile volo. Si è trasformato nel conte Max senza avere niente a che fare con il celebre personaggio interpretato da Vittorio De Sica. In quel caso lo status era apparenza senza sostanza, mentre Allegri è sostanza senza apparenza. Semplice e leggero : in una parola, un nobile. Un vero nobile.
@antoniocasu_