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Ultrà, i “fottuti idioti” hanno vinto la guerra

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Striscione contro Pallotta

Assemini: alcuni ultrà fanno irruzione nel ritiro del Cagliari e minacciano i giocatori. Volano anche degli schiaffi. Zeman: “La squadra è sotto shock”. Varese: i “soliti ignoti” penetrano nottetempo nello stadio “Franco Ossola” e devastano il campo da gioco. Sui muri scritte contro il presidente Pierpaolo Cassarà. Rinviato il match contro l’Avellino. Roma: dopo la squalifica della Curva Sud per gli striscioni dedicati alla madre di Ciro Esposito, il presidente giallorosso James Pallotta definisce “fucking idiots” (fottuti idioti) gli ultrà responsabili del gesto e decide di non presentare ricorso. Il suo braccio destro Mauro Baldissoni, invece, lo fa, e la curva viene quindi parzialmente riaperta.

Claudio Galimberti detto "Bocia", capo ultrà dell'Atalanta

Claudio Galimberti detto “Bocia”, capo ultrà dell’Atalanta

Roma: alcune centinaia di “idiots” di cui sopra manifestano al Foro Italico intonando cori contro i napoletani ed esibendo uno striscione con la scritta “Pallotta maiale”. Bergamo: a poche ore dalla lettura della sentenza, il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi ritira la querela nei confronti degli ultrà atalantini – fra cui il spicca il nome del gran capo Claudio “Bocia” Galimberti – accusati di danneggiamenti al centro sportivo di Zingonia (i fatti risalgono al 4 maggio 2010). “Andranno a fare volontariato d’accordo con la Caritas diocesana” – e con la società nerazzurra, ndr – ha detto il loro difensore avvocato Federico Riva. Breaking news: il giudice Maria Luisa Mazzola ha assolto i 40 tifosi che entrarono a Zingonia. Tre anni di reclusione, invece, per il “Bocia” (la richiesta era di 6).

BANDIERA BIANCA – Nota bene: quanto avete letto fin qui, riassunto ai minimi termini, è il resoconto degli ultimi 4 giorni di cronaca “sportiva” italiana. Sì, proprio così: tutto questo è successo in appena 4 giorni, e non è solo una questione di quantità, ma anche e soprattutto di qualità. Fateci caso: qui c’è la violenza più miserabile (“Copèl de bote” disse il Galimberti ai suoi mastini esortandoli a massacrare il “gobbo”) accanto al vandalismo da teppistello alle prime armi, c’è il dramma umano, la tragicommedia e la paura, la vera e propria farsa, la lacrima e la risata: c’è pure l’happy ending, con tanto di rude curvaiolo avviato alle cure dei più bisognosi. Insomma, questa è l’Italia, questo è il Belpaese che si arrende a un manipolo di mentecatti dopo aver combattuto poco e perso tanto, a partire dalla faccia. Hanno vinto i fottuti idioti, insomma. Tutta colpa dell’arbitro.

Enrico Steidler

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