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Fiorentina, i 3 tasselli per entrare in Champions
Ci risiamo. Ancora una volta la bella Fiorentina di Montella ci è ricascata. Esaltante il match di andata allo Juventus Stadium, deprimente il ritorno in casa. Giocare per perdere meno di 0-2 è una scelta rischiosa, troppo azzardata. Soprattutto se scendi in campo con poca cattiveria e zero intensità. I limiti mostrati dal viola al Franchi sono netti, e l’interrogativo è tornato d’obbligo: che cosa manca per essere tra le prime tre forze d’Italia?
CONTINUITA’ – Prima di tutto, un minimo di costanza. Sprecare imprese come le vittorie contro Napoli, Tottenham, Inter e Juventus con tracolli clamorosi è un vero peccato. Non è la prima volta che gli uomini di Montella vanificano l’ottimo lavoro eseguito: basti pensare al 4-0 contro la Lazio, o ancora prima il clamoroso tonfo contro il Parma. Non è facile dire con certezza se sia questione di consapevolezza, di mancanza di carattere, di questione tecnica. I dati di fatti però sono preoccupanti. Per la terza stagione di fila il rischio di chiudere al quarto posto, e quindi appena fuori dalla Champions League, è altissimo. Eppure sono sempre cambiate le squadre in grado di sopravanzare i viola, per un motivo o per l’altro: dalla rimonta Milan del 2013 al Napoli di Benitez 2014 per poi finire realisticamente dietro alla solita Juventus e alle due romane. Ciò che manca è la continuità per rimanere al livello delle prime tre della Serie A.
UN CENTROCAMPISTA… SCARSO – Sembra paradossale, ma uno dei più grandi difetti della Fiorentina è il centrocampo. Nelle ultime sessioni di calciomercato la presidenza viola si è sempre mossa per assicurare a Montella giocatori di ottima qualità in mezzo al campo. Gente come Borja Valero e Mati Fernandez, per intenderci. Ma purtroppo (o per fortuna) il calcio non è fatto solo di tecnica, passaggi millimetrici e lanci precisi. L’assenza di un medianaccio in grado di ringhiare contro gli avversari e spezzare le azioni di gioco recuperando palloni preziosi si fa sentire. Il grande pregio della Juventus è di avere centrocampisti tecnici ma grintosi, la Roma può contare su De Rossi e Keita come rubapalloni. E la Fiorentina? Borja Valero, Aquilani, Pizarro, Ilicic, Salah, Diamanti. Questi i giocatori più spesso schierati da Montella. E anche quando scendono in campo Badelj e Kurtic il numero di palloni recuperati non è sufficiente per una squadra che punta al terzo posto. Difendere il risultato di Coppa Italia con tre centrocampisti fortissimi coi piedi ma piuttosto lenti è stato il suicidio di Montella.
BOMBER – Altro paradosso in casa viola: manca un bomber. La prima punta che finalizza l’azione dei centrocampisti, l’attaccante in grado di concretizzare il bel calcio. Il capocannoniere della Fiorentina in quest’edizione della Serie A è Babacar, a quota 7 reti, seguito da Gonzalo Rodriguez (5). Rodriguez! Un difensore centrale non può essere il secondo miglior marcatore di una squadra che punta in alto. Per fare un paragone con altre pretendenti ad un posto in Champions, il Napoli ha Higuain (13 gol) e Gabbiadini (10, di cui parte con la Samp), la Lazio ha Klose e Anderson (9 gol), seguiti da Mauri (8 centri). Gomez è fermo a quota 4, Rossi purtroppo non ha ancora recuperato dall’infortunio. La sfortuna di Pepito non può però essere la perenne scusante di una squadra che ha acquistato il giocatore del Villareal consapevole del suo fisico propenso agli infortuni. Il comandante Montella è dunque avvisato. Per procedere l’avanzata verso l’Europa, servono tre mosse ben studiate. La Champions non è così lontana da Firenze. E la Fiorentina può contare su un’arma che non ha nulla da invidiare a tante rivali europee: una tifoseria da sogno, che incita i beniamini anche dopo un’eliminazione bruciante. Nel calcio si può partire anche da questo.