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Sinisa e Roberto, per sempre insieme. Pogba, avanti un altro. Gattuso ringhia ancora
CITY PIGLIATUTTO: SINISA + MANCIO – Clamorosa voce dall’Inghilterra, sponda City: a Manchester nessuno ha dimenticato Roberto Mancini, il tecnico che ha riportato i citizens in vetta alla Premier dopo mezzo secolo. Ma è pronta a riabbracciarlo in una nuova veste, da dirigente, con in panchina Sinisa Mihajilovic: una suggestione lanciata dai tabloid inglesi ben consapevoli delle doti manageriali del tecnico jesino, così come del suo desiderio di vestire tali panni presto o tardi. L’idea è ben sostenuta, economicamente parlando, con un budget mostruoso alla faccia del fair play finanziario: 275 milioni di euro, solo per il calciomercato. Progetto ambizioso, ma non impossibile: soprattutto a queste cifre e con simili prospettive.
POGBA, AVANTI UN ALTRO: BAYERN A PICCO – Come se non bastassero Barça e Psg, si siede al tavolo d’asta un’altra superpotenza economica del calcio mondiale: il Bayern Monaco. Jan-Christian Dreesen, direttore finanziario del club tedesco, fa sapere che “i giocatori devono essere funzionali alla squadra” e ad un primo sguardo il francese non sembrerebbe il prototipo di centrocampista per Guardiola, ma per uno così la sensazione è che si possa fare una gradita eccezione. 100 milioni di euro il budget stanziabile dai bavaresi, mica male. nel frattempo, tanto per aggiungere carne al fuoco e far ulteriormente lievitare il prezzo, Raiola grida ai 4 venti del forte interesse da parte del Real Madrid, che potrebbe dunque anticipare i rivali blaugrana, come noto fermi sul mercato in entrata sino al 2016.
MILAN, GATTUSO RINGHIA ANCORA – “Quando sei giovane, se non ci sbatti i denti, fai fatica a capire. Ci sono passato anch’io. Quando sei giovane e ti propongono il Milan, non puoi dire di no. Un allenatore deve però fare esperienza e l’esperienza non si compra. Secondo me è stata una mossa affrettata per entrambi”, sono le parole di Rino Gattuso sul Milan ed Inzaghi e la loro scelta di convolare a nozze la scorsa estate. “Dopo 25 anni ci può stare un momento negativo, il presidente Berlusconi ha investito molto e vinto tanto, oggi resto perplesso di fronte al fatto che non vedo una linea. Si vive un po’ troppo alla giornata. Vedo che i giovani vengono venduti e vengono presi i giocatori a parametro zero. L’importante è essere onesti con i tifosi. Il momento di flessione ci può stare, ma l’importante è essere chiari”. parole da chi la panchina rossonera l’ha solo sfiorata e forse per questo cova ancora un po’ di rabbia. Quella solita, vista dal n.8 calabrese per oltre 10 lunghi anni al Milan.
VETTEL E ROSSI, FRATELLI D’ITALIA – Un weekend entrato nella storia, l’Italia che si sveglia al mattino con il rosso di Vettel, che riporta la Ferrari alla vittoria dopo oltre 670 giorni: poi scende la sera e le luci del Qatar, con l’ennesima emozionante impresa della leggenda Rossi che a 36 anni firma il gradino più alto del podio, tutto italiano. Non accadeva dal 2006, al Mugello: l’Italia il giorno dopo si sveglia con la speranza di aver ritrovato una Ferrari capace di lottare nuovamente per il titolo, interrompendo l’imbarazzante dominio Mercedes e Rossi, che così come il Real Madrid 12 mesi fa, è a caccia della sua decima, il titolo mondiale n.10 che lo consegnerebbe alla storia. intanto, arriva la vittoria n.109: e scusate se è poco!