Buzz
Lazio alla scala del calcio, merito dei suoi… Pioli
Il cammino verso il piano più alto del campionato italiano è sempre complicato e ricco di difficoltà. Lo sta compiendo alla perfezione la Lazio, squadra in grado di sorprendere tutti negli ultimi due mesi con le sei vittorie consecutive che le hanno permesso di rivedere un posto nelle prime tre della Serie A. Il facile parallelismo con l’allenatore Stefano Pioli non deve nascondere l’enorme merito del tecnico emiliano, artefice del miracolo biancoceleste.
RINASCITE – Il più grande merito del c.t. è stato senza dubbio quello di dare fiducia e recuperare giocatori in difficoltà. Stefano Mauri ha conosciuto una seconda giovinezza nel corso di questa stagione, realizzando 8 reti e alzando con tre mesi d’anticipo l’asticella del numero di firme in un’annata. Lo scandalo scommesse sembra ormai alle spalle, e l’ala è diventata un elemento fondamentale dello scacchiere della Lazio. L’esplosione di Felipe Anderson, talento straordinario rimasto in ombra fino a poco tempo fa, è dovuta anche dalla fiducia mostrata dallo stesso Pioli al brasiliano, che ha ripagato diventando un elemento intoccabile. Con l’arrivo di due difensori centrali per sistemare un reparto che ha sofferto tantissimo nelle ultime stagioni (De Vrij ad agosto, Mauricio a gennaio), i cambiamenti i rosa sono stati pochi ma decisivi. Non è un caso se negli ultimi 6 match è stato subito un solo gol, tra l’altro sull’errore di un singolo.
IL MODULO – Il punto di partenza di Pioli è stato la rinuncia alle idee dei precedenti allenatori. Il 4-3-3 di inizio stagione ha subito qualche cambiamento trasformandosi in un 4-2-3-1 che sfrutta meglio la velocità degli esterni alti. La possibilità di allargare le difese avversarie portando palla sulle fasce per creare spazi a favore di inserimenti è il marchio di fabbrica di questa Lazio, in grado di fare a meno di Djordjevic e per un lungo periodo di Lulic. Un attaccante esperto come Klose è un punto di riferimento perfetto per alzare il baricentro della squadra e allo stesso tempo garantire una presenza costantemente pericolosa in area di rigore, permettendo gli inserimenti di Candreva e dei centrocampisti. Ecco allora che il regista Biglia, affiancato da Parolo, può esprimere al massimo le sue immense capacità e prendere in mano le redini del gioco. La spinta dei terzini, in particolare Basta, garantisce una superiorità numerica sfruttata con traversoni e sovrapposizioni. L’armata di Pioli è tra le più temibili della Serie A.
I PUNTI DEBOLI – Ma come ogni corazzata esiste un punto debole. E se sul piano tecnico non è semplice trovarlo, dal punto di vista mentale la Lazio ha molto da migliorare. I pareggi contro Roma e Inter sono arrivati dopo essere stati in vantaggio per ben 2-0 e aver accarezzato un successo che pareva scontato. 4 punti in più che farebbero comodissimo alla classifica biancoceleste, ma i cali di concentrazione sono elementi su cui mister Pioli deve lavorare. Errori di distrazione di singoli uomini (vedi Mauricio contro il Palermo) possono costare carissimo, e compromettere una stagione simile per uno scivolone sarebbe un peccato. Motivo in più per tenere lontane le voci che osannano la formazione, rischiando di far perdere la concentrazione ad un gruppo che finora è andato ben oltre le aspettative. Questa Lazio ha fatto molta strada, fino a questo momento. Per arrivare al piano Europa rimangono ancora molte scale da salire, ma con i Pioli giusti si può fare.