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Agnelli all’attacco: “Nel calcio italiano comandano i presidenti. E hanno 60-70 anni”

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Andrea Agnelli, presidente della Juventus

Andrea Agnelli si sfoga e attacca il sistema calcio italiano. In un intervista al settimanale tedesco Die Zeit, il numero uno della Juventus ribadisce il suo pensiero, già ribadito più volte, sulla governance e su come vanno le  cose in Lega. E, nonostante l’incontro con Tavecchio, ne ha per tutti.

PRESIDENTI TROPPO VECCHI – Ecco le sue parole: La Lega non ha alcun potere perché non ha nessuna autorità e nessun management. A comandare sono i presidenti delle società e non accade nulla senza l’Assemblea dei Presidenti. Questo porta a meno trasparenza ad esempio nella gestione dei diritti tv. E inoltre questi presidenti hanno quasi tutti 60-70 anni. Ci sono pochi quarantenni. Il caso Parma dimostra che il calcio italiano è mal gestito. Tutto questo danneggia la nostra reputazione all’estero. E anche gli stessi stadi vecchi sono una causa della crisi”.

Andrea Agnelli ha parlato al settimanale tedesco Die Zeit.

Andrea Agnelli ha parlato al settimanale tedesco Die Zeit.

LE PROPOSTE – Nell’Agnelli pensiero però non c’è spazio solo per le critiche. Ecco alcune sue proposte: “E’ compito della nostra generazione lasciare ai nostri figli un calcio migliore soprattutto per trasparenza. Ci sono delle differenze di opinioni tra me e altri presidenti  che si occupano del governo del calcio ma io non sono il capo dell’opposizione. Io penso che dovremmo gestire la Serie A come viene gestita la Premier League inglese.  Serve una strategia per lo sviluppo e per l’esportazione del prodotto calcio. Pallotta in questo è un nostro alleato”. Agnelli, il giovane rivoluzionario: così potrebbero essere riassunte le sue parole. Certo tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Soprattutto vedendo anche il fatturato di certi top club stranieri: “In questo momento quattro squadre non hanno avversari dal punto di vista del fatturato: Real Madrid, Manchester United, Bayern Monaco e Barcellona. Dietro ci sono PSG e Manchester City, le quali però operano una sorta di doping finanziario. Se togliamo queste due squadre la Juventus sarebbe all’ottavo posto. Il mio obiettivo è raggiungere i primi cinque posti in tre, quattro anni. Prima però c’è una Champions League da giocare e Agnelli lo sa bene: Dortmund? Siamo la Juventus e dobbiamo vincere ogni partita.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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