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Roma in difficoltà: cosa manca per colmare il gap con la Juve?

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Pjanic, centrocampista della Roma

Il pareggio agguantato in extremis non nasconde ciò che Roma-Juve ha mostrato a tutta Italia: i bianconeri sono superiori ai giallorossi e non di poco, una tesi che prima era basata sulla mera distanza in classifica, ma che adesso è avvalorata ulteriormente dal sempre sincerissimo CAMPO, il giudice supremo di ogni cosa riguardi palloni e scarpini. La domanda è: come si può migliorare?

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INSIDE – Va detto che la vera Roma non è quella scesa in campo lunedì sera, le assenze sono veramente innumerevoli e tutte pesanti se si pensa che manca l’eremo difensivo che risponde al nome di Castan, tutt’altra roba rispetto al modesto (eufemismo) Yanga-Mbiwa, che a centrocampo mancano le geometrie di Strootman e che in avanti i due nuovi acquisti, Ibarbo e Doumbia, non hanno ancora avuto la chance di dimostrare il proprio valore. Urge innanzitutto svuotare l’infermeria quindi, dopodiché si entrerà nel campo della psicologia: a questa squadra mancano gli attributi, non possono essere sempre e solo Totti e De Rossi a guidare la carica, soprattutto adesso che i due pretoriani sono in un momento di forma “ondivago”, ecco che allora diventa fondamentale lo sviluppo della leadership di elementi come Pjanic, Manolas e Florenzi, il futuro della Roma, che qualora diventassero punti di riferimento non solo “tecnici” ma anche “vocali”, farebbero fare un salto di qualità a tutto il gruppo e cambierebbero l’anima della magica.

OUTSIDE – Premettendo che sul mercato tanto, se non troppo, è già stato fatto sarebbe illogico negare che un problema a livello di costruzione della squadra c’è: è difficile fare nomi, tuttavia l’eventuale innesto di terzini di livello internazionale in grado di offendere e difendere con la stessa intensità, proprio come quelli della Juve per capirci, non farebbe di sicuro male agli equilibri dei capitolini. In attacco rimane da valutare la predetta situazione Doumbia, finora non valutabile a causa degli acciacchi della Coppa d’Africa e dell’inevitabile periodo di adattamento che qualsiasi calciatore trasferitosi dalla Russia all’Italia ha il diritto di avere. In sostanza la squadra c’è, servono pochi e mirati innesti che alzino il livello qualitativo generale.

Infine la cosa che veramente manca più di tutte le precedenti messe insieme è la TRANQUILLITA’ di cui Keita ha parlato a fine partita: la Roma è affannata, scostante, umorale, una grande squadra deve giocare a testa alta senza dare l’impressione di essere costantemente in difficoltà e di soffrire di un palese  complesso d’inferiorità nei confronti di chi, non va mai dimenticato, è più forte. Garcia dovrà lavorare, i tifosi dovranno stare tranquilli e i calciatori dovranno far vedere di che pasta sono fatti se si vuole veramente agguantare il sogno chiamato Scudetto.

Jacopo Bertone (@JackSpartan92)

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