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Mazzarri, è l’ora della rabbia: “Esonero ingiusto, e Conte mi imito'”

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Walter Mazzarri, ex allenatore dell'Inter. Lui e Zeman sono i protagonisti odierni de "Gli sfigati del lunedì"

Come un vulcano, quello che ha imparato ad amare negli anni felici a Napoli, Walter Mazzarri esplode. Lo fa a distanza di mesi dal suo esonero, che era sempre sul punto di arrivare ma non si concretizzava mai. L’undicesima giornata, dopo il pareggio casalingo col Verona, è fuoriuscita la goccia dal vaso che ha fatto traboccare pure Thohir. Probabilmente, è stata una liberazione anche per lo stesso tecnico, che però non ha accettato serenamente il suo primo benservito ufficiale della carriera.

“E’ COLPA DELL’AMBIENTE” – Mazzarri, toscano orgoglioso, non svilisce affatto il proprio operato, a detta sua apprezzato da tutti gli addetti ai lavori. Non un esonero sportivo, quindi. Ma le colpe sarebbero di un ambiente (non cita mai la parola tifoseria) ormai troppo ancorato su “preconcetti” sulla sua persona. Dichiarazioni a dir la verità neanche troppo dettagliate ( “Ci sarà modo e tempo di parlarne in futuro”) che suonano più come un ennesimo sfogo, uno dei tanti che il mondo del calcio ha imparato ad ascoltare durante la sua avventura nerazzurra. Ma lo “show” non finisce qua: nel calderone infila dentro pure la Juventus della gestione Conte, “rea” di aver vinto Scudetti imitando proprio il suo modulo con la difesa a tre.

Ct Antonio Conte

Conte avrebbe “imitato” Mazzarri

QUALCHE DIFFERENZA… – L’ex allenatore nerazzurro è stato da sempre un profeta di tale modulo, che ha plasmato a dovere durante i suoi anni a Napoli. Un sistema di gioco che avrebbe attirato le simpatie di Conte, che lo implementò nel suo scacchiere già nella stagione 2012/13, ancor prima dello sbarco a Milano, con i bianconeri che bissarono lo Scudetto ma vennero fermati bruscamente dal Bayern in Champions. C’è da dire che quel Napoli e la Juventus di Conte, probabilmente avevano gli uomini adatti per giocarsela. Terzini di spinta, gioco sulle fasce, e soprattutto qualità e quantità in mezzo al campo per proteggere il reparto difensivo. Tutte peculiarità che, dati e numeri alla mano, l’Inter di mazzarriana memoria ha mostrato in pochissime fasi, se non nei primi mesi della sua prima stagione nerazzurra. Il mercato, in questo senso, poteva e doveva dargli una mano. Poi, che con la difesa a tre non si faccia molta strada in campo internazionale, è un alto paio di maniche. E, sempre in tema “Internazionale”: già nel 2011 Gasperini aveva “preceduto” Mazzarri, ma il cambio di sistema di gioco venne mal digerito dalla squadra. L’attuale tecnico del Genoa venne preso a pesci in faccia già dopo tre giornate, a lui forse è andata fin troppo bene…

Manlio Mattaccini

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