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Foggia, un’altra nobile decaduta del nostro calcio

FOGGIA, 17 LUGLIO – C’era una volta un imprenditore di San Giuseppe Vesuviano, tale Don Pasquale Casillo, che tutti chiamavano il Re del grano, il quale acquistò il Foggia. C’era una volta il Foggia di Casillo, Pavone e Zeman che aveva nel tridente Rambaudi – Signori – Baiano la massima espressione dell’era di Zemanlandia. C’era una volta una squadra a tinte rossonere, di una città del sud, espressione di un territorio come quello del Gargano che faceva giungere tifosi al mitico stadio “Zaccheria” da tutta la provincia e che faceva esclamare “dumen’c stc u Fogg… tutt’o stadje!!!” (domenica c’è il Foggia…tutti allo stadio!!!,ndr). C’era una volta una squadra che faceva divertire ogni domenica i propri tifosi ma anche quelli della squadra avversaria. Erano i mitici anni ’90.
Era il 2010 quando lo stesso imprenditore di San Giuseppe Vesuviano,spogliato di molte delle sue vecchie proprietà per varie beghe processuali, torna a Foggia, acquista nuovamente il Foggia dalla cordata guidata da Tullio Capobianco per creare una nuova era. Insieme a lui c’è anche il figlio Gennaro, tornano Pavone e Zeman… ma manca la magia degli anni ‘90. Mancano i soldi per acquistare i giocatori, per pagare gli stipendi e tutto il resto. Gli imprenditori locali non lo amano molto ma la piazza si, i tifosi sono iper entusiasti. Il primo anno va anche discretamente bene, ma il secondo è davvero un disastro: Zeman capisce che qualcosa non va ed approda nell’odiata Pescara, i punti di penalizzazione accumulati per poco non fanno retrocedere sul campo la squadra rossonera, che si salva ma retrocede in tribunale. Da febbraio Don Pasquale invoca aiuto all’imprenditoria locale che glielo nega. Qualche mese fa si avanti un’azienda spagnola, la Platinum invest (che ha acquistato ora il 60% del Mantova, ndr) che aveva realizzato un piano sportivo ed un piano per la città, ma poi non se ne fece più nulla. A nulla sono valsi i tentativi del Sindaco Mongelli di reperire fondi tra gli imprenditori locali, cosi come vani sono stati gli arrivi, in ordine, di Esposito e poi Pedemonte… troppo tardi. L’U.S. Foggia 1920 S.p.A. è fallito. 92 anni di storia scomparsi con un colpo di spugna. All’appello mancano 855mila euro cash da versare per l’iscrizione ai campionati di Lega Pro e per le spettanze arretrate ai tesserati. Sul sito ufficiale della società la Famiglia Casiilo ha emanato il seguente comunicato: “Sta per scadere inutilmente il temine ultimo per la presentazione del ricorso avverso la decisione della COVISOC di non ammissione dell´US Foggia Spa al campionato professionistico 2012/2013. Nonostante tutti gli sforzi fatti e le dichiarazioni di disimpegno partite dal febbraio 2012 nessun imprenditore singolo o “cordata” ha dimostrato effettivamente seria intenzione di rilevare il pacchetto azionario della società per dare continuità al progetto sportivo. Inutile si è rivelata la concessione in bianco e a costo zero, richiesta ed ottenuta immediatamente assieme a dettagliata descrizione della debitoria esistente, rilasciata al primo cittadino da tempo, e dallo stesso utilizzata in via esclusiva, avendo da solo mantenuto contatti con i possibili acquirenti, non solo, ma anche ricercando autonomamente e liberamente eventuali investitori/imprenditori locali interessati a rilevare la società. Purtroppo anche tale ricerca del sindaco si è rilevata inutile per mancanza di interesse verso il suo appello. In questo deserto, si è continuato incredibilmente a pensare che la salvezza del Foggia potesse significare la salvezza della famiglia Casillo. Tale pensiero non può che lasciare sconcertati, in quanto non può significare altro che una dolosa mistificazione della realtà. La famiglia Casillo aveva già dal mese di febbraio manifestato la propria volontà di voler passare la mano, per cui il pensiero sopra evidenziato non è altro che una boutade messa in giro da chi era animato solo da sentimenti di rancore nei confronti della famiglia Casillo che alla fine si sono rivelati un boomerang micidiale nei confronti della continuità del progetto sportivo a Foggia. Infatti, non si può spiegare diversamente il fatto che tutti i tentativi posti in essere e pubblicizzati per poter salvare il calcio a Foggia sono risultati miseramente falliti, pur in presenza della nota affezione del popolo rossonero ai propri colori sociali. Fra l´altro, ci corre l´obbligo di evidenziare che oggi scadeva contemporaneamente anche il temine ultimo per presentare ricorso avverso il diniego di ammissione comunicato dalla commissione criteri infrastrutturali della Lega Pro per la mancato deposito della licenza di cui all´art.68 del TULPS relativo allo Stadio Zaccheria (licenza di agibilità ed uso dello stadio). Questo significa che, quand´anche la società fosse stata in grado di adempiere agli obblighi finanziari, comunque non sarebbe stata ammessa al prossimo campionato proprio per la mancanza della licenza di agibilità per 7500 spettatori (numero utile per l´iscrizione). Senza per questo voler scaricare ad altri responsabilità, sul punto ci riserviamo di essere in seguito più precisi, non era certo compito dell´U.S. Foggia provvedere agli adempimenti infrastrutturali richiesti dalla Lega e da noi più volte sollecitati, in ossequio alla normativa di cui all´art.68 del TULPS”.
Da parte dei tifosi c’è grande delusione, come è giusto che sia, tant’è che nei giorni scorsi hanno messo bandiere e balconi in segno di rispetto per la storia della squadra. Ma c´è anche la timida speranza che dalle ceneri possa rinascere un Foggia ancora più forte, magari senza il fardello pesante dei debiti.
Il Sindaco Mongelli ha già avviato l’iter per assicurare alla squadra un posto in Serie D attraverso una nuova società, ed a tal proposito ha già emanato un avviso pubblico per propiziare l´assegnazione del titolo sportivo calcistico cittadino, attraverso “manifestazioni di interesse di soggetti interessati a partecipare al prossimo Campionato nazionale di calcio di Serie D (versando a fondo perduto 300.000 euro, ndr), in rappresentanza della città di Foggia”. Dopo la scadenza del bando (venerdì, ore 10) “il sindaco designerà il soggetto, tra quelli aspiranti, che a proprio parere offrirà maggiori garanzie di solidità economico-finanziaria, di seria progettualità tecnico- sportiva, nonché di continuità aziendale per rappresentare calcisticamente la città, indicandolo a Figc e Lega Nazionale Dilettanti”. Quasi certa la partecipazione degli ultimi gruppi accostatisi all´U.s. Foggia: l´impresa edile genovese Pedemonte e l´imprenditore Antonio Esposito che, forte dell´esperienza al Città di Marino (D), avrebbe già pronti d.s. (Anellucci), giocatori e allenatore: Stefano De Angelis, ex Marino, anche se è circolato pure il nome di Elio Gustinetti, ala rossonera anni Ottanta.
C’era una volta il Foggia…ed oggi non c’è più.
Arrivederci Caro Vecchio Foggia.
Massimiliano di Cesare

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