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Arrigo Sacchi, il finto razzista lapidato da veri furbastri
Pubblicato
6 anni fa|
Editor
Enrico Steidler
Ebbene sì: se il mitico Arrigo non fosse stato uno dei più grandi allenatori di sempre, un vero e proprio Copernico della storia del calcio internazionale, forse avrebbe potuto fare tante altre cose con uguale talento, ma di sicuro non il diplomatico. Prendete la seguente esternazione, ad esempio (“L’Italia è ormai senza dignità né orgoglio perché fa giocare troppi stranieri anche nelle Primavere: nei nostri settori giovanili ci sono troppi giocatori di colore“), e poi pensate a 10.000, numero che rappresenta la stima per difetto dei modi migliori con i quali si può dire la stessa cosa: se Sacchi fosse alla Farnesina, diciamolo, persino la Svizzera ci avrebbe già dichiarato guerra.

Mino Raiola
IL CORO DEGLI STONATI – Detto questo, e aggiunto che chi scrive è “pienamente d’accordo a metà col mister” (Garzya docet), basta leggere le critiche che gli sono piovute addosso a dirotto per avere la sensazione che qualcosa non va. Di più: guardate al pulpito da cui provengono e il dubbio diventerà certezza. Cominciamo (ubi maior…) dal sottosegretario con delega allo Sport e licenza di “sbianchettare“ Graziano Delrio: “Grave errore la frase di Sacchi sulle giovanili”, esordisce il Renzi-boy dettando la linea di regime. “Ci sono calciatori italianissimi anche se hanno i genitori stranieri. È un grave errore perché non legge la realtà del nostro Paese. L’Italia di 30 anni fa non è l’Italia di oggi, dove ci sono giovani calciatori cittadini italianissimi di fatto o di diritto, visto che sono nati e cresciuti in Italia anche se hanno genitori di origine straniera. Queste – prosegue Delrio spendendo parole tanto nobili quanto sospette – sono le giovani generazioni che frequentano le nostre scuole e i nostri campi sportivi e di calcio. E non è certo dal tema del colore della pelle che occorre partire se si vogliono rivitalizzare i vivai. Per queste generazioni ci auguriamo presto i passi avanti della nuova legge sul diritto di cittadinanza”.
TUTTI INSIEME DIS INTERESSATAMENTE – Proseguiamo la rassegna degli indignados con il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi (il più abile di tutti a mettere il dito nella “piaga”: “Le parole di Sacchi sono riduttive: confondere la nazionalità con il colore della pelle ci porta indietro di diversi anni. E dispiace che sia una persona come lui ad aver detto quella frase”), il ds del Bologna Pantaleo Corvino (“No agli extracomunitari? E’ razzismo! E’ da tempo che lo dico, ed è giusto ribadirlo dopo queste dichiarazioni. Precludere l’arrivo degli extracomunitari in un campionato che ha bisogno di risalire in un momento così delicato la vedo, calcisticamente parlando, come una forma di razzismo vera e propria”), il Presidente Eterno della Fifa Joseph Blatter (“L’orgoglio e la dignità non sono una questione di colore della pelle. Scioccato dalle parole di Arrigo Sacchi. Basta”) e infine, perchè più in fondo di così non si può andare, l’uomo che vorrebbe la fusione di Milan e Inter in un unico club, il super-procuratore rampante Mino Raiola: “Nel mondo non ci sono stranieri solo persone. Lo sport deve essere aperto per tutti gioca il migliore. Calcio Italiano nella m… per questa idea. Nel calcio italiano c’è troppa gente ignorante al potere, così siamo nella m… Mi vergogno di essere italiano quando sento le parole di Sacchi. Bella figura”.
Insomma, diciamo la verità: se escludete il Gaetano Scirea del calcio inglese Gary Lineker (mai ammonito in carriera), che si è lasciato andare a una considerazione vera in generale ma non in particolare (“Ci sono ancora troppi razzisti nel calcio italiano”), basta guardare alla folta schiera dei lapidatori per provare un’istintiva, calorosa simpatia per il lapidato. Ed è forse soprattutto per questo, al di là delle singole opinioni sul pensiero “blasfemo” di quest’ultimo – peraltro largamente condiviso – e della sua evidente innocenza rispetto alle accuse che ora gli vengono rivolte, che il popolo degli appassionati si è subito schierato compatto dalla sua parte (l’83% secondo il sondaggio di Sport Mediaset) prendendo a male parole sia la sentenza che i “giudici“.
“Mi vergogno di essere italiano quando penso a Raiola”, ecco il commento più gettonato dai lettori, ecco la battuta che ne riassume meglio l’umore… E già, povero milionario: lui sperava di guadagnarci chissà cosa massacrando Sacchi, e invece ha solo fatto una gran “bella figura”. Ben gli sta.
Enrico Steidler
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