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Crisi Roma: colpa solo degli infortuni?

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Rudi Garcia

Vittoria che in casa manca dal 30 novembre scorso (Roma-Inter 4-2), nel 2015 solo 2 vittorie (Udinese-Roma e Cagliari-Roma) e 5 pareggi, 11 punti ottenuti sui 21 disponibili: cosa succede alla Roma di Rudi Garcia? Proviamo ad analizzare i motivi della crisi, ormai più che evidente, che sta attanagliando la squadra giallorossa.

INFORTUNI –  Scontato ma doveroso inserire gli infortuni al primo posto delle cause della crisi della Roma. Risulta troppo, anche per una formazione sulla carta molto ampia e competitiva come la Roma, perdere tanti, troppi giocatori e per di più leader e uomini chiave. Rispetto alla scorsa stagione, infatti, Garcia non ha praticamente mai potuto contare nè su Castan nè su Strootman, oltre al solito, sfortunatissimo, Balzaretti, che l’anno scorso fecero le fortune della Roma e che quest’anno sono mancati per problemi diversi, ma entrambi molto seri. Oltre ai due già citati, è bene evidenziare la condizione fisica e l’infortunio di Maicon, giocatore chiave con le sue progressioni offensive e il suo carisma, che quest’anno, per la solita infiammazione al ginocchio, è stato lontano dai campi per oltre 1 mese e quando è stato disponibile, non lo è mai stato al massimo e ha dovuto essere gestito in maniera molto rigida. Inoltre, il suo sostituto naturale, Torosidis, spesso e volentieri ha sofferto anche lui di una condizione spesso precaria ed è stato vittima di un infortunio per tutto il mese di gennaio, forse nel periodo di resa peggiore del terzino brasiliano, con conseguente adattamento di Florenzi ad esterno basso difensivo. Non è esente da infortuni nemmeno il centrocampo che ha dovuto fare a meno, a momenti alterni, di De Rossi e Keita (1 mese e mezzo di assenza a causa della Coppa d’Africa), senza considerare Pjanic, quasi mai veramente al top a causa di un problema tendineo. Attacco che ad inizio stagione doveva essere il fiore all’occhiello della campagna acquisti giallorossa e che invece è stato il punto debole e il più tormentato dagli infortuni: Iturbe che in mezza stagione ha subito 3 infortuni piuttosto complessi, Ibarbo, acquistato per sostituirlo e che subito ha dovuto far visita all’infermeria di Trigoria, Gervinho in Coppa d’Africa per 1 mese e mezzo e di ritorno non ha mostrato il meglio della forma fisica e una gestione di Destro alquanto discutibile. Tutti questi fattori non saranno certamente gli unici responsabili della crisi attuale della Roma, ma di sicuro sono delle premesse importanti che devono essere prese in considerazione.

Seydou Doumbia, esordio deludente contro il Parma

Seydou Doumbia, esordio deludente contro il Parma

CONDIZIONE FISICA – Molte sono state le accuse lanciate da alcuni tifosi della Roma all’ex preparatore atletico della Lazio, Paolo Rongoni, accusato della precarietà atletica evidenziata in quest’ultimo periodo dalla formazione di Garcia. Risulta difficile dall’esterno tirare le somme e fare conclusioni affrettate, ma a scagionare il preparatore atletico potrebbero essere gli stessi infortuni, infatti, la rosa giallorossa spesso ridotta all’osso ha portato a logorare molti calciatori, tipo Nainggolan, costretti a giocare ininterrottamente per mesi e che, di conseguenza, hanno avuto un calo fisico.

GIOCO LENTO E PREVEDIBILE – Spesso la Roma in questa stagione ha evidenziato un gioco lento e prevedibile, ha avuto difficoltà nell’alzare e cambiare il ritmo della partita e, specialmente in queste ultime partite, la svolta è arrivata dai giovani, ossia i giocatori meno logorati fisicamente e più freschi atleticamente: Paredes, Verde e Sanabria. Tale aspetto può certamente essere ricondotto alle prime due questioni, ma non solo, infatti, la perdita di certezze dovute a due sconfitte chiave negativamente, quella in casa contro il Bayern Monaco e quella allo Juventus Stadium contro l’attuale capolista della Serie A.

“VINCEREMO LO SCUDETTO” – Infine la frase pronunciata (“Vinceremo lo scudetto”) da Garcia al termine della partita, persa per 3-2, contro la Juventus avrebbe potuto aumentare notevolmente la pressione psicologica dei calciatori giallorossi, evitabile visto il livello di attese già presenti ed elevate in condizioni normali nella piazza romana, storicamente molto esigente. Sempre inoltre la frase in questione avrebbe invece alleggerito i calciatori della Juventus di quella centralità mediatica che hanno meritato grazie alle vittorie di questi ultimi anni, distogliendo quindi l’attenzione dei mass media dal confronto tra Conte e Allegri e del conseguente peso del “doversi ripetere” nella mente dei calciatori juventini per dimostrare che gli artefici dei successi precedenti erano loro e non l’attuale CT della Nazionale Italiana.

 

Da sempre amante del calcio,aspirante giornalista.Calcio e Roma potrebbero descrivermi completamente,non sono solo questo, ma certamente sono i miei interessi più grandi

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