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Milan-Juventus: il no per Conte dietro la crisi dell’alleanza

Nella guerra scoppiata tra Juventus e Milan a colpi di righello e comunicati, potrebbe celarsi un altro motivo di tensione, molto più profondo, che va al di là del gol di Tevez. Il mancato approdo di Antonio Conte sulla panchina rossonera quest’estate.
ANTEFATTO – Quando Conte, a campionato finito e stravinto, espresse ad Agnelli e Marotta la sua volontà di lasciare la Juve, dopo tre anni vissuti intensamente, da più parti si è sussurrato che, dietro questa scelta vi fosse il Milan. Berlusconi era alla ricerca di una persona carismatica cui affidare la rinascita rossonera dopo le macerie lasciate da Seedorf. C’erano giocatori da rimotivare, mentalità da cambiare e talenti da valorizzare, tutte cose in cui l’attuale Ct è maestro. Agnelli, però, si rifiutò di dare il via libera a Conte che, così, rimase controvoglia alla guida dei bianconeri. Il Milan ripiegò, allora su Inzaghi che aveva il vantaggio di conoscere l’ambiente. Quando Conte, il 15 luglio, si dimise, era ormai troppo tardi per tentare un nuovo assalto.
DOPPIO SGARRO – Qualcuno, nell’ambiente rossonero, ha visto nel balletto “vado-resto-vado”, imposto a Conte, come un vero e proprio sgarro al club di Berlusconi. La Juventus non ha liberato il tecnico quando poteva accasarsi in un altro club, ma ha dato il via libera quando l’alternativa alla nazionale era quella di stare fermo. La Juventus per il dopo Conte ha scelto Allegri, ex allenatore del Milan. Ora, la Juventus si ritrova ancora prima in classifica, il Milan arranca nei bassifondi con una squadra tecnicamente povera ed un allenatore con il “foglio rosa”, incapace di trovare il bandolo della matassa.
PROSPETTIVE – Se il Milan dovesse rimanere anche quest’anno fuori dall’Europa anche quest’anno cosa succederebbe? I rossoneri guardano con interesse alla crisi tra Conte e la Federazione, ma è difficile che il ct lasci a metà dell’opera. Se, però, ciò dovesse accadere, c’è una panchina ben più appetibile alla quale Conte potrebbe ambire la prossima estate: quella del Paris Saint Germain. Il Milan, dunque è tra due fuochi: da una parte un progetto, quello di Inzagi, di cui si fatica a intravedere le fondamenta, dall’altra, nessuna prospettiva di trovare una persona forte e carismatica con cui ripartire, dato che, l’unico allenatore big attualmente libero, Spalletti, non convince il cub di via Allegri.
Logico, quindi, che la frustrazione sia tanta e cresca ancora di più bel vedere la Juventus che vola via verso il quarto scudetto di fila spinta da un attaccante che Galliani aveva in pugno (Tevez) ed un allenatore silurato poco più di un anno fa (Allegri). A Galliani e Berlusconi in questo momento, non serve una riga, ma un’intera squadra di operai guidata da un architetto che sappia come costruire una nuova casa.
Davide Luciani
