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La Juventus fa, Tavecchio la disfa: “La Figc farà causa”

Milioni e milioni di anni fa, quando il nostro pianeta era percorso da branchi di famelici Agnelliraptor e coriacei Tavecchiosauri, l’unica legge era quella del più forte: chi vinceva sul campo, non importa come, si prendeva tutto. Poi, col tempo, tanto tempo, venne l’evoluzione della specie: gli eredi degli antichi carnivori si adattarono alle mutate condizioni ambientali – potevano ancora predare, questo sì, ma senza farsi vedere – e alla legge del più forte si sostituì quella del più “furbo“. Finchè non venne, infine, inatteso e catartico, il meteorite Calciopoli 32-30/B, che in un sol colpo fece piazza pulita di tutte le specie infestanti (fra cui i Lucianodonti, i Giraudodàttili e gli Arbitrex dai denti a sciabola) e costrinse i sopravvissuti a un’ulteriore, rapidissima mutazione. Era così arrivata, finalmente, l’età della legge, della legge tout-court.

Andrea Agnelli
LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI – Ciononostante, c’è ancora qualcuno – fra quei fortunati superstiti – che si oppone al nuovo corso imposto dall’evoluzione, e scalpita rabbiosamente invece di adattarsi. E’ il caso, guarda caso, dei dirigenti dello Juventus Football Club, che si ritengono danneggiati oltre misura dagli effetti del meteorite di cui sopra e ora pretendono giustizia. 443 milioni di euro (!): ecco a quanto ammonta il risarcimento chiesto dai bianconeri alla Figc presieduta da Carlo Tavecchio, e la feroce lite giudiziaria – destinata a concludersi fra poche settimane – non è che la versione 2.0 dei terribili corpo a corpo che insanguinarono le savane del Giurassico.
NEL NOME DELLA LEGGE – “Il 23 marzo la Cassazione scriverà la parola fine su Calciopoli – ha dichiarato a ‘La Repubblica’ il numero uno della Federcalcio – La causa della Juve è temeraria e, vedrete, sarà la Figc a chiedere i danni. La Juventus sul campo era nettamente la più forte, di scudetti ne ha vinti 32 – ha quindi aggiunto Tavecchio prima di assestare la zampata vincente – la squadra non ha rubato nulla e non avrebbe avuto bisogno di certi magheggi. Lo dico da vecchio interista, anche se più tiepido. Però la sentenza Calciopoli, che ha sanzionato i comportamenti del club fuori dal campo, è legge e siamo qui per farla rispettare“. E a proposito di “dura lex”, ecco la chiosa dell’uomo che scivolò su una buccia di banana: “Ho accolto le reiterate richieste del sindaco Fassino – il riferimento è al match di lusso fra Italia e Inghilterra del prossimo 31 marzo – Torino è capitale europea dello sport ed era ingiusto privarla degli azzurri, che lì hanno già giocato: stavolta però – conclude spietatamente alludendo al numero 32 che campeggia sullo Stadium, tana dei campioni d’Italia – copriremo i simboli incoerenti con le sentenze“.
Morale? Ai dirigenti della “nuova Juventus” e al giovane Agnelliraptor che la conduce da par suo possiamo perdonare tante cose, quasi tutto. Rischiare l’estinzione per colpa di un sasso piovuto come manna dal cielo (e forse scagliato dagli dei del pallone, chissà…) non dev’essere stato facile, e tornare ad alti livelli in così breve tempo senza commettere centinaia di errori – diciamo almeno 443 – era forse impossibile. C’è una cosa, però, che davvero non si può sopportare, una cosa che non può restare impunita: farci a dare ragione a Tavecchio. Ecco, questo no, questo è troppo. Questa la devono pagare.
Enrico Steidler
