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Dall’Europa League al fallimento: il Parma è ostaggio dei fantasmi

Domenica 18 maggio 2014: Parma è un’isola felicissima. Grazie al successo sul Livorno ed il contemporaneo pareggio del Torino a Firenze, i ducali chiudono il campionato al sesto posto e ottengono la qualificazione in Europa League. Da quel giorno sono passati sette mesi circa, ma sembra esser trascorsa un’era geologica. Il Parma oggi è ultimo e ad un passo dalla retrocessione in B, dell’Europa non ha visto manco l’ombra e ha una dirigenza di fantasmi. Gli elementi più forti della rosa sono andati via, mentre quelli che sono rimasti minacciano di mettere in mora la società. Che è successo?
UNA LENTA AGONIA SENZA SPIEGAZIONI – La risposta al quesito è complessa. I passaggi che hanno portato alla situazione disperata degli ultimi giorni sono avvolti da ombre. Tutti. Tommaso Ghirardi, ex presidente del Parma, ha ceduto la società (a chi?) dopo esser stato vittima di un complotto (da parte di chi? Perché?) che ha escluso i ducali dall’Europa League per via di un ritardo sul pagamento Irpef per alcuni tesserati (centomila su ventisei milioni di euro). La squadra, intanto, non vede uno stipendio da mesi ed è sprofondata all’ultimo posto in classifica. La smobilitazione è generale. Cassano, a detta sua preso in giro dalla società (vecchia o nuova? Oppure entrambe?), ha rescisso il contratto che lo legava al Parma. Francesco Lodi ha preso la stessa decisione ed il resto della rosa minaccia di mettere in mora la società. La dead-line è fissata per il 15 febbraio: entro quella data dovranno essere pagati tutti gli stipendi arretrati. Spesa complessiva? Dai venti ai trenta milioni. Chi pagherà (se pagherà)? Non è dato saperlo. Parallelamente, Leonardi è protagonista di un ottimo mercato di riparazione, che ha portato in Emilia elementi del calibro di Varela e Rodriguez. Paradossi. Misteri. Fantasmi.
PARMA, CITTÀ DI FANTASMI – Si ripropone il quesito: che è successo? La ricostruzione degli ultimi mesi non chiarisce alcun dubbio e anzi, li avvolge in una coltre di fumo. L’unica certezza è il nome del presidente del Parma, Ermir Kodra, in carica dal 21 gennaio. Il giovane albanese, rappresentante degli interessi della cordata guidata da Taci, è un ventinovenne spavaldo e ambizioso, minimamente preoccupato per la situazione paradossale creatasi. A parole. Ma i soldi ci sono? Se sì, quando verranno fuori? Chi si esporrà? Il Parma si aggrappa agli albanesi e spera. Il campo, intanto, chiama inesorabilmente. Il match di mercoledì con la Juventus è stata una romantica dimostrazione d’orgoglio, ma l’ultimo posto in classifica impone scelte drastiche e rapide. Prima di tutto, il pagamento degli stipendi. Dall’Europa League della discordia allo spettro del fallimento: Parma è sempre più una città di fantasmi, alla ricerca di atti concreti e sicurezze. Li troverà? Che succederà?
