Economia
Europa al bivio, tra la Grecia di Tsipras e Draghi
Pubblicato
8 anni fa|
Editor
Matteo Masum
Sono giorni cruciali per le sorti dell’Europa, attesa da una serie di prove non indifferenti. Innanzitutto, il lancio di un programma di Quantitative Easing, che, al pari di altri termini economico-finanziari (il famoso spread, i mitici bond ecc.) entrerà a far parte, con più o meno cognizione, nel vocabolario di ogni famiglia europea, messo in atto da Mario Draghi, con l’obiettivo di riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. In secondo luogo, non per importanza, le elezioni in Grecia, con la possibilità che Syriza conquisti la maggioranza assoluta.
MOSSA A RISCHIO- Difronte alla crisi più drammatica dal 1929, che dura ormai dal 2008, sembra che l’Europa si prepari ad uno shock di dimensioni notevoli. La mossa di Draghi, in effetti, ricalca le strategie già attuate dalla Fed e dalla Banca centrale giapponese, ossia immettere liquidità sul mercato acquistando titoli di stato (dal mercato secondario, a quanto pare, ovvero sia non direttamente dalle aste indette dagli stati, ma dai privati che intendono rivendere quei titoli prima della loro scadenza). Ciò dovrebbe produrre una riduzione dei rendimenti dei titoli nazionali ed un aumento dei prezzi. Il problema, laddove pure ciò si verificasse, e non è scontato, è che in un momento di crisi per le famiglie, soprattutto del sud Europa, un innalzamento dei prezzi non si capisce bene come possa giovare, specie se non accompagnato da un relativo aumento dei salari (improbabile, soprattutto per il settore pubblico); in secondo luogo, sostanzialmente si consente agli stati di aumentare l’emissione di bond, con il conseguente aumento del debito pubblico. Ma l’obiettivo della Troika non era quello di contenere e ridurre i debiti nazionali?
THE OTHER SIDE…-In Piazza Omonia, Tsipras è stato accolto da un bagno di folla, superiore a quello che si presentò al comizio di chiusura di Beppe Grillo a San Giovanni. Segno che Syriza, a dispetto di tutto, può davvero farcela. I sondaggi sembrano far sperare che il partito di sinistra radicale possa raggiungere la maggioranza assoluta, senza accordi con forze che ne inquinerebbero il programma. Spetterà poi all’amatissimo leader greco il compito di rispettare quanto promesso fin qui, e dunque, innanzitutto, respingere con un secco “No grazie” i diktat della BCE e della Troika, che dalle parti di Atene hanno prodotto danni incalcolabili, non solo per le classi lavoratrici (e questo si sapeva), ma anche per l’economia nominale.
BIVIO- Syriza rappresenta la grande chance per il riscatto di generazioni di lavoratori, non solo in Grecia. Dovesse fallire, la strada per un’aggressione ulteriore da parte del grande capitale, unita alla reazione razzista e fascista, ma sempre organica al capitalismo, dei vari Salvini, Le Pen e compagnia cantando, sarebbe spianata. Missione storica, da affrontare senza tremare. Tsipras deve avere il coraggio di condurre la Grecia, passo dopo passo, fuori dalla logica dei mercati, del debito, del profitto. In altre parole, del capitalismo. Sarebbe il primo step (Madrid il secondo?) per salvare l’Europa. Altra soluzione non c’è.
Matteo Masum
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