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Papa Francesco prende a pugni la libertà: santo subito!

“Porgi l’altra guancia”, disse qualcuno, ma per il Papa è quella degli altri. Durante il volo da Colombo a Manila, tappe del suo viaggio in Estremo Oriente, il Santo Padre si concede una lunga chiacchierata con i giornalisti che lo accompagnano sull’aereo, e quando Sebastien Maillard – inviato del quotidiano francese La Croix (La Croce) – gli chiede “fino a che punto si può arrivare con la libertà di espressione” senza prevaricare quella religiosa (evidente il riferimento alla tragedia di Charlie Hebdo), la guida spirituale dei cattolici si mostra Francesco di nome ma non di fatto.
IN VERITA’ VI DICO – “Credo che la libertà religiosa e la libertà di espressione siano entrambe diritti umani fondamentali”, esordisce Bergoglio considerandole distintamente (e non come come se fossero facce della stessa medaglia). “Ma parliamo chiaro, andiamo all’attentato di Parigi. Non si può nascondere una verità: ognuno ha diritto di praticare la propria religione senza offendere liberamente. Così vogliamo fare tutti. Secondo: non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio, a noi questo che succede adesso un po’ ci stupisce. Sempre pensiamo alla nostra storia: quante guerre di religione abbiamo avuto! Pensi alla notte di san Bartolomeo! – la famigerata strage degli Ugonotti del 1572, quando i cattolici di Carlo IX di Francia sterminarono migliaia di huguenot protestanti, ndr – Come si capisce questo? Anche noi siamo stati peccatori. Ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è un’aberrazione. Questo per quanto riguarda libertà di religione”.
“ABERRANTI“, MA C’E’ DA CAPIRLI… – “Passiamo ora alla libertà di espressione“, prosegue Papa Francesco avventurandosi su un terreno che è sempre stato minato dalla Chiesa. “Ognuno non solo ha la libertà e il diritto, ma anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. Pensiamo a un deputato o un senatore: se non dice quello che pensa sia la vera strada da percorrere non collabora al bene comune. C’è l’obbligo di dire apertamente la verità. Ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente. Ma se il dottor Gasbarri (responsabile dell’organizzazione dei viaggi del Papa, ndr) che è un mio grande amico, dice una parolaccia contro la mia mamma gli spetta un pugno. E’ normale. (!) Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la religione degli altri. (…) C’è tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, “giocattolizza” la religione degli altri, questi provocano le persone. Come se il dottor Gasbarri dice qualcosa contro la mia mamma. C’è un limite. Ogni religione che rispetti la vita e la persona umana ha dignità. E io non posso prenderla in giro. Questo è un limite. Ho preso questo esempio del limite per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti come quello della mia mamma”.
L’UNDICESIMO COMANDAMENTO – Non provocare, quindi, non prendere in giro. E ricordati sempre che esiste un limite, oltrepassato il quale ti arriva un cazzotto. Ecco, riassunta in poche parole, la lieta novella del pontefice a cadaveri ancora caldi, un messaggio fatto di mitezza e di sorridente tolleranza, roba da far schiattare d’invidia il Dalai Lama. E anche il poverello di Assisi, potete scommetterci, avrebbe condiviso. Mai e poi mai, infatti, gli sarebbe passato per la testa di dire che la sua libertà religiosa non è in alcun modo limitata dalle critiche o dalla satira altrui. Mai e poi mai avrebbe usato ben altre parole. Mai e poi mai avrebbe detto che “tutto è perdonato”.
“NON SI PUO’ REAGIRE VIOLENTEMENTE“…MA ANCHE SI’ – E già. E’ tutta una questione di limite, in fondo. Ma chi ci aiuta a vedere dov’è? Chi ci insegna a distinguere ciò che è tollerabile da ciò che è meritevole di castigo corporale? Chi ci dice cosa è giusto e cosa è “provocatorio”? Beh, semplice: è il Papa, e chi se no? E’ il Pastore che decide per il gregge, è lui la misura del Bene e del Male per tutti, credenti o no. Così sta scritto, nei secoli dei secoli. Amen.
E chi non è d’accordo si metta al riparo.
Enrico Steidler
