Basket
Un anno di Sport: Armani confeziona lo scudetto di Milano

Vincere quando sei strafavorito può essere pronosticabile, ma è tutt’altro che certo. Ti aspettano tutti al varco, aspettando un tuo minimo segno di incertezza per denigrarti. C’è solo un modo per zittire tutti i critici, e Milano l’ha scoperto in fretta nella Serie A Beko 2013/14: vincerle tutte! A livello di Roster nessuno è al livello della squadra di Coach Banchi, appena arrivato dai rivali di Siena. In ogni reparto l’EA7 può contare su almeno due giocatori di livello: Jerrels in regia, gli altri ex Mens Sana Moss e Kangur e la potenza sotto canestro di Samuels e Lawal. A incantare – soprattutto in Eurolega – c’è il talento di Keith Langford.
INIZIO SOFT, POI IL FILOTTO – Nei primi mesi l’amalgama di squadra tarda ad arrivare, e i più scettici iniziano a pensare all’ennesimo progetto perdente per Giorgio Armani, che in 10 anni ha investito milioni su milioni senza riuscire a cavare nulla di buono. Qualche sconfitta
di troppo in trasferta- fin dalla prima giornata a Brindisi – incrina le certezze di una squadra che in casa è un autentico rullo schiacciasassi. Il 22 dicembre arriva la 5a sconfitta in 11 partite, nel Derby contro Cantù. Da lì in poi, la stagione delle Scarpette Rosse cambia drasticamente. Il 24 dicembre Armani fa un regalo di Natale anticipato ai tifosi, ingaggiando (sempre da Siena) l’uomo capace di far fare l’ultimo salto di qualità al team. Daniel Hackett. Con Hackett, Melli e capitan Gentile, l’Olimpia può anche fregiarsi di una batteria di italiani tutt’altro che disprezzabile. Nei successivi 19 incontri, Milano vince sempre e comunque, mantenendo un buon trend anche in Europa, dove esce a un passo dalle Final Four (in programma al Forum di Assago) per mano del Maccabi futuro campione. In occasione delle gare europee emerge un nuovo slogan nelle maglie dei tifosi, destinato ad accompagnare la squadra lungo tutto l’arco dei Playoff: ” Le Scarpette Rosse sono tornate, RED SHOES ARE BACK“
I PLAYOFF SPEZZANO LA MALEDIZIONE – La prima avversaria della postseason è la sorprendente Giorgio Tesi Group Pistoia, arrivata 8a nel rush finale della corsa Playoff. Le prime due partite, a Milano, sono un monologo dell’Olimpia, che vince a mani basse. La musica però cambia drasticamente in Toscana, dove il cuore dei pistoiesi fa la differenza e la GTG va sul 2-2. La bella a Milano è la partita decisiva, per capire se l’EA7 sia maturata finalmente come squadra o se come troppo spesso è capitato debba ancora una volta cedere di fronte alle proprie fragilità mentali. La partita è tesissima, ma i ragazzi di Banchi riescono a spuntarla 88-78. Via la scimmia dalla spalla, l’Armani è ancora viva. Anche la semifinale è una maratona, e di fronte c’è la temibile Sassari. Quando il tiro da 3 entra, la Dinamo è quasi imbattibile. A sorpresa però sono i sardi a subire psicologicamente il giocare tra le mura amiche. Con 3 vittorie in Sardegna l’Olimpia si guadagna il pass per la finalissima, contro i nemici di sempre, la Mens Sana Siena. I toscani hanno vinto gli ultimi 7 titoli, eliminando spesso e volentieri Milano. Nonostante il continuo ridimensionamento del budget, Siena è sempre li a combattere per il titolo. Degli Highlander, dei Demoni, ma lo scudetto di Milano non sarebbe mai stato completo senza aver sconfitto le proprie paure in maglia biancoverde. Più che una finale di Basket è una sfida psicologica, Milano vince le prime 2 ma Siena si riprende e ribalta il risultato. Sul 3-2 i toscani hanno 2 match point per portare a casa l’ultimo Scudetto. A Siena l’EA7 vince una partita difficilissima, che dimostra finalmente la crescita mentale della squadra. Gara 7 al Forum diventa poco più di una passerella, prima della festa finale. Invasione dei tifosi, migliaia di persone sul parquet, Giorgio Armani portato in trionfo e Gentile che alza la coppa. A Milano il 26° Scudetto, 18 anni dopo l’ultimo trionfo. RED SHOES ARE REALLY BACK.
