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Il decalogo di legno: i 10 flop sportivi del 2014

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Cesare Prandelli e Mario Balotelli

Lo sport, nella sua immensa lista di variabili e diversità, contrappone irrimediabilmente le vittorie alle sconfitte. Per ogni atleta o squadra che alza le braccia al cielo, ce ne sono tantissimi altri che lasciano la sfida a testa china, sconfitti. E’ per questo che, anche nel 2014, non sono assolutamente mancati i cosiddetti flop, cioè quelle disfatte sportive spesso nemmeno lontanamente aspettate. Ecco la flop ten, la lista dei 10 migliori (anzi peggiori) disastri sportivi dell’anno che sta per chiudersi.

1) Mario Balotelli: il 2014 sarà ricordato per lui come un anno di confine, tra il potenziale fenomeno e il normalissimo player. Nemmeno il ritorno in Premier gli fa bene. Nel Liverpool di Rodgers peggiora ulteriormente la propria situazione, già deficitaria dopo il disastro ai Mondiali in Brasile. Conte non lo vede più, l’Italia non lo rimpiange più, Mancini resta l’unico che potrebbe farlo tornare ai fasti passati.

2) Fabio Fognini: male, male. Dentro il campo, dove vince pochissimo e delude; fuori dal campo, dove insulta arbitri, avversari, tifosi, dove spacca racchette e colleziona figuracce. Stupenda la vittoria contro Murray (non esaltante nemmeno il suo anno), ma non può bastare. Come non può bastare il miglior piazzamento della sua carriera nel ranking. E dire che poteva essere l’anno della consacrazione…

3) Il calcio italiano: non che ci aspettassimo un “Germani 2006” parte seconda. Ma un simile tonfo va oltre ogni più negativo pronostico. In Brasile è andata male, malissimo. Come se non bastasse, le magnifiche tre – Germania, Spagna e Inghilterra – aumentano il gap, sotto tutti i punti di vista. Speriamo nel 2015: con sei squadre alle fasi finali delle Coppe Europee, forse sarà la volta buona.

4) Chris Froome: Nibali, il top assoluto dell’altra classifica, gli fa vedere i sorci verdi. Lui che era definito una forza della natura, deve arrendersi a quest’ultima, quella assoluta delle grandi vette del Tour. L’epilogo scontato è il ritiro. E nemmeno alla Vuelta, dove è Contador a farla da padrona, riesce a riscattarsi parzialmente. Da Chris Froome a Crisi Froome.

5) Shawn White: forse in pochi lo conosceranno, ma il tonfo di White è paragonabile a quello eventuale di Maradona che sbagliasse un rigore a porta vuota. Il mito assoluto dello snowboard, che ha costruito le sue fortune su una neve bianca tanto quanto il suo cognome, si piazza al quarto posto nella finale alle Olimpiadi di Sochi. Una medaglia di legno figlia di amnesie vere e proprie ed errori che lasciano gli appassionato a bocca aperta. Peccato, forse era a sua ultima Olimpiade…

6) Jorge Lorenzo: inspiegabile. Non esiste un altro aggettivo per descrivere la stagione di Jorge: sbaglia praticamente tutto, sia sul piano tecnico che psicologico. Il che, come suddetto, è inspiegabile: aveva terminato l’ultimo anno con tre vittorie di fila, ma sbaglia la preparazione fisica e finisce per battere solo due volte Marquez, per vincere solo due volte e per pagare dazio il ritorno di Rossi, guardandogli la schiena nove volte.

7) L’anno della Ferrari: mai una gioia, verrebbe da dire. Quarto posto nella classifica costruttori e zero vittorie. Una macchina inguardabile, guidata dal pilota più tecnico del paddock. E così salutano Alonso e Montezemolo. Si riparte da Marchionne e da una miriade di speranze, che corrispondono a due parole: tempo e Vettel.

8) La Spagna ai Mondiali di basket: l’obiettivo era addirittura battere il team USA. Le furie rosse invece escono ai quarti, davanti al proprio pubblico e dopo aver disputato un Mondiale fin lì perfetto. Poi la Francia. E una tremenda delusione.

9) Rafa Nadal:finale persa agli Australian Open contro il modesto Wawrinka a causa di un fisico massacrato, stagione sulla terra rossa sotto le aspettative, Wimbledon perso ai quarti contro il giovanissimo Kyrgios e infine forfait ai tornei americani di agosto (Cincinnati, Toronto e US Open) per un problema al polso che lo ha tenuto fuori fino a fine stagione. Annata da dimenticare

10) Fernando Torres: è durata sei mesi l’avventura rossonera di Torres, uno degli abbagli più clamorosi dell’ ultima era del Milan. Un solo gol, contro l’Empoli. Poi un calo fisico, psicologico e di prestazioni, con tante panchine a guardare un super Menez giocare titolare. E’ andato via. Al suo posto arriva Cerci. Pacchi scambiati a Natale?

 

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