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Derby Primavera, i tifosi del Torino gridano a Pessotto: “Suicidati!”

Le emozioni di Juve-Napoli, le magie di Tevez e Higuain, i miracoli di San Gigi e la bella “cartolina” del calcio italiano spedita in tutto il mondo. E già. Manco il tempo di rallegrarsi per una finale di Supercoppa finalmente degna di questo nome, per la correttezza dei protagonisti in campo e la meravigliosa assenza di strascichi velenosi, ed ecco che la tetra realtà del nostro football ci ritorna subito in faccia smorzando ogni sorriso. “Suicidati, buttati, ammazzati, devi morire, pezzo di m…” hanno gridato domenica alcuni tifosi del Torino a Gianluca Pessotto – responsabile organizzativo del settore giovanile della Juventus – dopo il fischio finale del derby primavera vinto dai bianconeri per 1-0, e non è la prima volta che l’ex-difensore di Madama (e del Toro…) subisce un simile linciaggio, ma l’ennesima.

2006: Zambrotta e Cannavaro festeggiano sui campi del Mondiale facendo sentire il loro sostegno a Pessotto, ricoverato in ospedale dopo il tentato suicidio
STORIE DALLA PALUDE – L’altro ieri, però, il becero episodio è stato immortalato in un video che poi è finito sulla pagina Facebook del settore giovanile bianconero, e le immagini la dicono lunga sul livello miserabile in cui si dibatte il calcio del Belpaese, quello delle guerriglie urbane pagate dai contribuenti, degli arbitri presi a calci e schiaffi e degli sputtanamenti in mondovisione. Le immagini di cui stiamo parlando, infatti, non provengono da un remoto paesotto appenninico, nè da una di quelle vallecole alpine in cui non arrivarono neppure gli aiuti del Piano Marshall. No. Qui si parla di Torino, metropoli del benestante Nord, e del campionato Primavera! C’è bisogno di aggiungere altro?
HALL OF (IN)FAME – Sì, un paio di cose. La prima è una fondata speranza: le immagini del video, infatti, sembrano chiare quanto basta per risalire all’identità dei vigliacchi disumani che hanno gridato “ammazzati” a un uomo che il 27 giugno 2006 tentò il suicidio buttandosi da un abbaino della sede della Juventus. Cinque anni di Daspo? Troppo poco. Foto e nomi sui giornali in prima pagina, una specie di Hall of (In)Fame dell’orrore curvaiolo, tanto per iniziare, e poi di anni almeno 10. Alla fine dei quali, naturalmente, c’è un esame (severo) da superare.
La seconda è una domanda: che farà, adesso, il Torino calcio? Si comporterà come le società inglesi, spagnole o tedesche – che collaborano attivamente con le forze dell’ordine quando i loro tifosi si rendono protagonisti di episodi di razzismo o di inciviltà, e poi li radiano a vita dallo stadio una volta individuati – o censurerà l’episodio con poche sillabe di circostanza prima di sottolineare a viva forza che il comportamento di “pochi sbandati” non può infangare l’immagine di una tifoseria altrimenti specchiata ed esemplare? Mah, vedremo. Voi che dite?
Enrico Steidler
