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Calciomercato Inter, Pazzini o Cerci: punta o ala, a Mancini la scelta

Nel post-partita di Chievo il neo-tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, ha chiaramente detto che ad oggi le soluzioni tattiche sono limitate all’utilizzo del rombo, in mancanza di esterni offensivi di ruolo. Il tentativo nel derby di allargare Kovacic e Palacio non è andato a buon fine, relegando sulla linea del fallo laterale il croata estraniato completamente dalla manovra per 3/4 di gara. Ecco perchè, nonostante i risultati altalenanti, a tratti si è vista una buona Inter in proiezione offensiva sia a Roma che nel primo tempo di San Siro contro l’Udinese, prima del crollo nella seconda frazione. Col Chievo una prestazione di autorità, difesa alta e inserimenti costanti di centrocampisti e terzini ma ancora problemi nella finalizzazione.
GENNAIO, MERCATO E CAMPO DEFINIRANNO IL MODULO FINALE– Le memorie del primo Mancini neroazzurro riportano ad un rombo classico, con Stankovic trequartista e Cambiasso davanti alla difesa. La presenza di Ibrahimovic non lasciava spazio ad altri moduli, anarchico e libero di spaziare per il campo impossibilitando variazioni quali tridente o 4-2-3-1. Soluzioni invece adottate nel City e Galatasaray dal tecnico di Jesi, che ora si trova di fronte ad un nuovo dilemma: cosa reperire sul mercato, esterni o punte? Ad oggi l’Inter è totalmente sguarnita di ali offensive, le parole di Mancini sono state chiare “con gli esterni si gioca meglio, ora non le abbiamo e questo è l’unico modulo possibile“. E’ evidente però come la crisi di Palacio ed il rendimento incostante di Icardi e Osvaldo possa portare all’interesse di prime punte low cost: Denis, Gilardino e Pazzini sono nomi più che praticabili. Col passaggio al 4-2-31 o 4-3-3 Palacio scalerebbe ad esterno, servirrebbero dunque almeno altri due esterni, il nome più caldo è senza dubbio quello di Alessio Cerci. L’azione di disturbo del Milan sembra fine a se stessa, nel ruolo i rossoneri ad oggi sono già costretti a lasciare in panchina El Shaarawy vista l’esplosione definitiva di Bonaventura, l’inamovibile Menez e la sorpresa Honda, con il triste Torres relegato ai margini. La presenza anche di Cerci suonerebbe superflua considerata soprattutto l’assenza di Coppe per i diavoli.Ecco perchè, fra Europa League e Campionato ed un cambio modulo che lo vedrebbe titolare indiscusso, Cerci sarebbe perfetto per la causa neroazzurra e viceversa: un’operazione ideale per entrambi, ma possibile solo in prestito. le vicende dell’Inter sono strettamente legate al fair play finanziario, da cui ci si aspetta senz’altro una sanzione nel mese di marzo, che dovrebbe essere esclusivamente pecuniaria e con diffida da prossime violazioni dei parametri previsti, pena esclusioni dalle successive edizioni europee.
Con Cerci, salute permettendo, resta viva la pista Biabiany e quella di Diamanti: stufo della Cina, sarebbe un ibrido perfetto fra la soluzione a rombo come trequartista e quella di esterno a destra, con la possibilità di rientrare sul suo mancino e garantire qualità ed imprevedibilità alla manovra neroazzurra. Non c’è dubbio che ad oggi l’Inter virerà forte sugli esterni, dando ancora fiducia ad Icardi ed Osvaldo, i quali verranno poi valutati a fine anno. L’italo-argentino se riscattarlo o meno per 7 milioni, l’ex Samp se utilizzarlo per monetizzare con un’offerta però non inferiore ai 30 milioni di euro.
