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Le roi Titì abdica: Henry annuncia il ritiro
“Spero di avervi fatto divertire”. Thierry Henry, re del calcio francese, annuncia il ritiro dal calcio giocato con una frase umile e semplice, capace da sola di incarnare lo spirito con cui ha interpretato il suo sport. Il dubbio, veritiero o meno che sia, è risolto da risposta altrettanto banale. Quel funambolo dall’aria mite e allo stesso tempo carismatica, ha regalato gioia e genialità, eleganza ed un pizzico di follia. Sì, si sono divertiti tutti, e tanto. Trentasette anni e vent’anni di calcio alle spalle: finisce una vita e ne inizia subito un’altra. Tramonto e alba non sono mai state così vicini. Farà il commentatore tv per Sky Sports. Cambierà il ruolo, ma l’entusiasmo sarà quello di sempre.
HENRY, IL DANZATORE DI LES ULIS – Mite e grazioso, leader e capitano vero: in due parole, un campione assoluto. Henry è uno di quei calciatori che avvicina allo sport anche chi non è appassionato. Per innamorarsi di lui, è sufficiente osservare per un momento la leggerezza delle sue movenze. Se poi gioca per la squadra per la quale si tifa, l’amore si trasforma in passione travolgente. Per avere informazioni a riguardo, è necessario chiedere ad un qualunque fan dell’Arsenal. Con la maglia dei Gunners ha collezionato 258 presenze e 175 gol. Mica male per uno che alla Juventus fu considerato uno scarto.
Dal Monaco a Torino, da Londra a New York, passando per Barcellona: ovunque, o quasi, ha lasciato un segno indelebile. In Nazionale non è stato da meno: 171 presenze e 84 gol, secondo nella storia della Francia per presenze (nella Nazionale maggiore) e miglior goleador di sempre. Ah, ha vinto anche un Mondiale, un Europeo ed una Confederations Cup. Non sono certo dettagli. Il ricco palmarès personale include inoltre cinque campionati, quattro supercoppe e cinque coppe nazionali, una Supercoppa Europea, una Champions League ed un Mondiale per club. È sufficiente per chiamarlo re?
L’EREDITÀ DI HENRY – Titì mancherà a tutti. L’annuncio del ritiro di un campione è quasi sempre un momento malinconico e allo stesso tempo gioioso. È così anche nel suo caso. Si conclude un’era con la consapevolezza che la storia del calcio è scandita da due fasi: una pre-Henry ed una post-Henry. Con presupposti del genere, è impossibile non essersi divertiti. Au revoir, champion.