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Il Cagliari affonda: l’apatia casalinga ed il fattore 0-2
Terzultimi, senza attenuanti. Il Cagliari affonda nei bassifondi della classifica ed è ora immischiato nella torbida lotta per non retrocedere. La sentenza inappellabile arriva dalla pesante sconfitta contro il Chievo, l’ennesima di una stagione vissuta troppo spesso al confine tra il dottor Jekyll e Mr. Hide. Il match di ieri, scontro diretto nella corsa salvezza, ha messo in luce per l’ennesima volta i limiti del giovane Cagliari di Zeman, incapace di mantenere la concentrazione per novanta minuti e reagire dopo lo svantaggio. Il primo aspetto è una costante, ma preoccupa maggiormente il secondo elemento, novità assoluta in questa annata. Il tecnico boemo dovrà lavorare duramente per preparare l’importante sfida di Parma.
IL SANT’ELIA È UNA CHIMERA – Paradossalmente, affrontare una trasferta nel momento più difficile della stagione è un fattore da accogliere positivamente. Otto degli undici punti raccolti finora, infatti, sono arrivati lontani dal Sant’Elia, vera e propria chimera del Cagliari. L’apatia casalinga sorprende non poco, specie se si considera l’atteggiamento dei tifosi, che hanno fischiato la squadra solo nel secondo tempo di ieri. Fischi di frustrazione, non certo di disaffezione: la Curva Nord ha dimostrato con i fatti di essere vicina ai rossoblu. Eppure i risultati non arrivano. Se si escludono i pareggi con Milan e Genoa e la rocambolesca rimonta ai danni della Sampdoria, le altre uscite sono state negative da ogni punto di vista. Tolta la sconfitta di ieri, il Cagliari ha sempre mostrato orgoglio, ma allo stesso tempo paurosi cali di concentrazione, inconcepibili in Serie A. I numerosi gol presi su calci da fermo lo dimostrano.
IL FATTORE 0-2 NON ESISTE PIÙ – Il cuore e l’orgoglio, si diceva. Ci sono stati con il Modena, è innegabile, ma non contro Fiorentina e Chievo. Dopo esser stato messo al tappeto, il Cagliari ha sempre reagito con rabbia e vigore, però nelle ultime due uscite in campionato è mancato questo fattore. La banda di Zeman, capace di qualunque impresa dopo aver preso due schiaffoni, ora non reagisce più. Rimontare due reti non è facile per nessuno, specie se si ha di fronte una squadra attenta come il Chievo, ma è l’atteggiamento di base a lasciar perplessi. Esclusi i primi minuti del secondo tempo, il Cagliari ha mostrato unicamente una buona dose di frustrazione. Troppo poco per una squadra che vuole salvarsi. Non è una questione di condizione atletica, né di stanchezza dopo l’impresa col Modena, ma unicamente una questione psicologica. Il tempo degli esperimenti e delle attenuanti è finito, così come quello degli appelli forzato al bel gioco a tutti i costi. È arrivato il momento di fare punti. Zeman non capirà, Giulini lo aspetterà fino a fine stagione, ma la classifica no, non lo farà. Le prime sentenze sono già arrivate e a Parma giungerà il momento della verità. Esseri belli e senz’anima non è più sufficiente.