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Storie di Sport: Rizzitelli e l’ultima incornata del Torino
Pubblicato
8 anni fa|
Editor
Simone Viscardi
Diciannove anni. Anche solo a scriverlo sembra un’eternità, a viverlo è una vita intera. Tanto è passato dall’ultima volta che il Torino è riuscito a tionfare nel Derby della Mole, roba che anche il più ottimista dei tifosi granata ormai vede come un miraggio un possibile nuovo successo. Da allora, salvo qualche sporadica occasione (il 3-3 con rigore di Salas alle stelle su tutte) a gioire sono sempre stati i bianconeri. Addirittura, nell’ultimo decennio il Toro non è mai riuscito neanche a bucare la porta juventina. Ci proverà Quagliarella, che nel ’95 era già torinista (ma nelle giovanili), ci spera Amauri, che all’epoca sognava di diventare un calciatore ma già lavorava per la sua famiglia in Brasile. Si opporranno Pogba, il quale a 2 anni nemmeno sapeva cosa fosse la Juventus, e Tevez, che nel Barrio di Fuerte Apache era impegnato più a trovare una famiglia che a giocare a pallone. Riavvolgiamo il nastro della memoria allora, e rituffiamoci nei mitici anni ’90, quando la Serie A era il campionato più bello del mondo e il Torino se la giocava alla grande con la Juve, eccome.
I LIPPI BOYS E RIZZI-GOL – Nell’estate del 1994, la nuova dirigenza della Juve aveva deciso di puntare su un allenatore emergente, e di abbandonare definitivamente il rapporto di lunga data con Trapattoni. La scelta cadde sul tecnico del Napoli, Marcello Lippi, che fin da subito fece intuire le proprie scelte drastiche. In primis, meno spazio all’idolo Roberto Baggio, in favore di un ragazzino di belle speranze, Alessandro Del Piero. Poi, una squadra di lottatori, con nomi poco altisonanti impreziositi da qualche talento del calibro di Gianluca Vialli e Ciro Ferrara. In mezzo, monsieur Didier Deschamps e Paulo Sousa a dettare legge. L’impasto lievita, e la Juve comanda il campionato, seguita a distanza da Parma e Lazio. Tutt’altra sorte per il Torino, costretto come sempre a sudare la salvezza, nonostante la verve del cannoniere Rizzitelli. In panchina Sonetti aveva rilevato il fallimentare Rampanti, ma senza rinverdire i fasti di Emiliano Mondonico. L’ultima occasione di gioia, il 6 aprile 1995, era il derby in “casa” della Juve.
L’ULTIMA FESTA – Il sole è alto su Torino, e il clima è adatto a un grande spettacolo. L’inizio di partita è una carica a testa bassa del Toro. Carrera sbaglia un rinvio, il pallone arriva proprio a Rizzitelli che calcia addosso a Peruzzi. La sfera si impenna, assume una stranissima traiettoria e si insacca: 1 a 0, e sono passati solo 6 minuti. La reazione della Juve non si fa attendere, ma Pastine riesce a dire di no alla chioma fluente di Alex Del Piero. Il pareggio è comunque nell’aria; Baggio calcia una punizione da sinistra, Maltagliati devia e tutto torna sui binari della normalità, 1-1. Passano 10 minuti, i bianconeri faticano a imporsi ed è ancora l’attaccante romano a punirli. Cross dalla fascia, stacco imperioso e pallone schiacciato di testa alle spalle di Peruzzi. Ancora Rizzitelli, ancora il Torino. Il 2 a 1 gela definitivamente la Vecchia Signora, già sconfitta all’andata. Lippi abbandona il campo furente, mentre Sonetti gongola. Alla domanda dei cronisti il tecnico granata risponde :“Qual è la vittoria più bella? L’ultima, si gode di più”. Certo Nedo, ma dopo 19 anni forse è il caso di godere di nuovo.
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