Cinema
Muore Mike Nichols: ma chi se lo dimentica più il suo Dustin Hoffman laureato?
Pubblicato
6 anni fa|
Editor
Elisa Belotti
BREVE BIOGRAFIA DI UN REGISTA- Michael Igor Peschkowsky nasce a Berlino il 6 novembre 1931. Mike Nichols, perché è così che lo conosciamo, si spegne a New York il 19 novembre 2014. La famiglia Peschkowsky, di origini ebree, è costretta a emigrare a Chicago nel 1939 a causa della promulgazione delle leggi razziali. Mike perde il padre a soli dodici anni. Trascorre del tempo, si trasferisce a New York ed entra nell’ Actor’s studio. Fonda un gruppo di cabarettisti, i quali, con le loro commedie satiriche, approdano a Broadway. È il 1966 l’anno che celebra il suo ingresso nel mondo del cinema con il fortunato Chi ha ucciso Virginia Woolf? (protagonista Liz Tylor). E da qui, la scalata. Solo l’anno seguente (1967), infatti, esce nelle sale il film che varrà a Nichols il premio Oscar per la regia. Collocato al settimo posto nei migliori cento film americani nel 1998, scala al diciassettesimo nel 2007; film d’esordio per il giovane Dustin Hoffman: Il laureato. Ma i nomi altisonanti dei suoi cast non finiscono qui: è la volta di Orson Welles (Orson Welles! Cosa c’è da aggiungere?) e Anthony Perkins in Comma 22; Jack Nicholson in Conoscenza carnale; Meryl Streep in Silkwood (1984); sempre Meryl e Shirley MacLaine insieme, in Cartoline dall’inferno (1990); e poi lui: Indiana Jones (Harrison Ford) in A proposito di Henry; il compianto Robin Williams nell’esilarante Piume di struzzo (remake de Il vizietto di Molinaro). Ma non è finita qui: John Travolta togliti la brillantina e gli aderenti vestiti da sabato sera, sei il presidente degli USA in I colori della vittoria. I più giovani lo ricorderanno per film più recenti come Closer (2004) con Jude Law, Clive Owen, Julia Roberts e Natalie Portman rimasto famoso anche per lo slogan pubblicitario «Chi ama a prima vista tradisce ad ogni sguardo.» (ma che tradotto da quello inglese suona più o meno così: «Se credete all’amore a prima vista, non finirete mai di cercare.» – e doveva pensarla realmente in questo modo, il nostro Mike, considerando che si è sposato ben quattro volte). O anche La guerra di Charlie Wilson (2007) con Tom Hanks, Julia Roberts, Amy Adams e (ci manchi, campione) Philip Seymour Hoffman. Famosa (ma forse maggiormente oltreoceano) la miniserie prodotta dalla HBO nel 2003: Angels in America. Tratto da una pièce teatrale ambientata nel 1985, questo telefilm tratta temi difficili come l’omosessualità e l’AIDS, alternando toni apocalittici e ironici. Come sempre, il cast che la serie può vantare è spettacolare: Al Pacino, Meryl Streep ed Emma Thompson.

Mike Nichols
MRS ROBINSON HEY, HEY, HEY- «And here’s to you, Mrs. Robinson/Jesus loves you more than you will know (Wo, wo, wo)/God bless you please, Mrs Robison/Heaven holds a place for those who pray/(Hey, hey, hey…hey, hey, hey)» (Quando una colonna sonora diventa emblema del film). Chi non ha mai canticchiato questo motivetto in macchina, sotto la doccia, in fila in posta? Persino nel 2014, quando, almeno in Italia, “laureato” fa rima più che mai con “disoccupato” (ma giochiamo con le rime: che magari ti eri anche impegnato, all’università, per il lavoro che rimarrà solo sognato! – grazie per le baciate, oh poeti!) sappiamo di cosa stiamo parlando. Anche oggi, dicevano, quarantasette anni dopo l’uscita del film con Dustin Hoffman, se sentiamo dire “Il laureato” la mente corre lì a Benjamin Braddock, a Elaine, alla signora Robinson. A quella voglia che si fiutava già, con un anno d’anticipo, di rivoluzione, di scappare a un futuro scritto da qualcuno per noi. E ce la ricordiamo tutti, la scena di questo neolaureato che corre sulla sua Alfa Romeo Duetto per riprendersi l’unica donna della sua vita: la figlia della sua amante. E ce li ricordiamo tutti, i volti di questi due giovani ribelli, sorridenti, ma poi subito seri, su quell’autobus preso a caso. Che non si sa dove li porterà, ma sicuramente in un luogo diverso da quello nel quale i genitori avevano deciso si sarebbero diretti. E non ci sentiamo poi così diversi, noi, quarantasette anni dopo, laurea in mano, nessuna certezza, fluttuanti in situazioni casuali – nemmeno scelte, nemmeno volute – con la sola voglia di scappare, di prenderci quel poco che sappiamo di volere e andare. Dove? Ma chi lo sa. Non sull’autobus che ci hanno detto di prendere, sicuramente.«Queste cose sono accadute. Sono state gloriose e hanno cambiato il mondo… e poi abbiamo scazzato il finale.» dice Charlie Wilson. Beh, caro Mike, non ci resta che riusare (pressappoco) le tue parole per salutarti: queste cose sono accadute. Sono state grandiose e hanno cambiato il mondo e, con una vita e una carriera così, tranquillo, era impossibile scazzare il finale.
Elisa Belotti
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