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Chievo e Milan: il calcio nel giorno dei morti
C’è chi ha tanti santi in Paradiso (Paolone De Ceglie), chi li maledice (Mazzarri), chi lo è (Andrea Pirlo da Brescia) e chi andrebbe volentieri a cena con loro (Benitez). Il primo novembre è il giorno dei santi, il 2 quello dei morti. Veri, presunti o viventi che siano. “Gli sfigati del lunedì” celebrano una delle giornate più intense dell’anno con un viaggio alla scoperta di due squadre che non hanno dimenticato la ricorrenza: il Chievo ed il Milan. Ci sarà da divertirsi? Bah…
LA MORTE DEL CALCIO – Yawn… Sono passate ventiquattro ore dalla fine di Chievo-Sassuolo, ma gli effetti collaterali sono ancora presenti nelle povere persone che hanno avuto la sfortuna di guardarla. La colpa è principalmente dei clivensi, capaci come pochi al mondo di non giocare a calcio e non permettere agli avversari di farlo. E dire che Campedelli quest’anno voleva una squadra diversa. Basta difensivismo, il miracolo del Chievo sarebbe dovuto essere il gioco brioso. La sostituzione di Corini (un uomo che avrebbe schierato undici giocatori all’interno della propria porta) con Maran (non certo un catenacciaro) era finalizzata in questo senso. E invece no.
DIECI GOCCE DI CHIEVO – I veronesi hanno la noia nel Dna, un avviso all’ingresso del Bentegodi diretto ad un uomo male accetto (un cartello con il volto barrato di Zeman e la frase “Io non posso entrare”) e un Diavolo per capello. Già, il Diavolo. Peccato però che gli allenatori del Chievo non abbiano un pelo in testa e i demoni clivensi si trasformino in teneri cherubini! Maran si è adeguato, sennò avrebbe rischiato il posto. Gli episodi più divertenti di Chievo-Sassuolo sono state le bolle esplose dalla bocca di Maran verso il 60esimo minuto e le canzoncine intonate dall’inoperoso Albano Bizzarri (con quel nome non poteva che cantare “Nel sole”… sognava il mare!). Il triplice fischio dell’arbitro, fin lì addormentato candidamente per terra, ha posto fine all’agonia. Un punto a testa, zero gol e dieci gocce di Chievo per dormire meglio.
I tecnici senza capelli stanno per finire!
BLISSET È ANCORA IN ATTIVITÀ? – Se avesse potuto, avrebbe buttato dentro anche Pietro Paolo Virdis e Maurizio Ganz. Esiste una squadra schierata con il 4-2-4 incapace di tirare una volta in porta? Sì, è il Milan. Filippo Inzaghi è tutto meno che un difensivista, ma la sua squadra non lo capisce. Ieri si è avuta l’ennesima riprova. I rossoneri sono usciti con le ossa rotte dalla sfida con il Palermo e non hanno fatto un granché per evitare la disfatta. Il tecnico continuava a inserire attaccanti, chiedeva a Diego Lopez di tentare qualche conclusione dalla distanza, implorava Abate di fare un cross decente, ma niente. Non c’è stato niente da fare. Inzaghi ha avuto addirittura la tentazione di infilarsi un paio di scarpini, entrare in campo, buttarla dentro un paio di volte e dare contemporaneamente uno scappellotto all’ectoplasma Torres, ma il regolamento gliel’ha vietato. L’ultimo asso nella manica che gli rimane è un fantasista attempato, cultore del bel giuoco e con un senso tattico invidiabile (mah…). È l’uomo perfetto per un weekend col morto: qualcuno lo reputa un santo, qualcun altro adatto per un 2 novembre. Fece un provino per il Milan qualche anno fa, ma fu scartato misteriosamente. È arrivato il suo momento!
San Silvio da Arcore, salvali tu!