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Cronaca

La Corte ha deciso: Stefano Cucchi è stato suicidato

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Stefano Cucchi tutti assolti

LA SENTENZA – I miei pochi affezionati lettori sanno benissimo che, pur provenendo  da cultura fortemente antiautoritaria, mai ho criticato le forze dell’ordine aprioristicamente. Basta ricordare il mio pezzo sulla morte di Davide Bifolco, fuori dal coro del “dagli al carabiniere”. Come è mio uso rispettare le sentenze dei tribunali. Potrete comprendere il mio imbarazzo ed la mia inquietudine, non solo di giornalista ma soprattutto di cittadino dinanzi all ‘epilogo del caso Stefano Cucchi. Il 31enne geometra romano, morto all’Ospedale Pertini dopo il suo arresto avvenuto nell’Ottobre di cinque anni fa. Assolti per insufficienza di prove gli imputati: sei medici,tre infermieri, tre agenti di polizia penitenziaria.

Caso Cucchi.La dichiarazione del Sap

Caso Cucchi. La dichiarazione del Sap

L’IMPUNITA’ E IL DISPREZZO- E’ difficile accettare che lo Stato si autoassolva, anzi non è difficile è impensabile. Eppure sembra sia accaduto questo. Le domande che ogni giorno Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha posto alle istituzioni non hanno ricevuto risposta.  Stefano aveva dei problemi di tossicodipendenza, ma non sono stati questi a decretarne la fine. Come improvvidamente afferma,  il segretario del SAP- Sindacato Autonomo di Polizia – Gianni Tonelli. Non è stata la dissolutezza. A Regina Coeli furono riscontrate lesioni gravi e al Fatebenefratelli delle fratture alle vertebre. E quegli occhi tumefatti del viso di Stefano, steso oramai su un tavolo di obitorio. Non solo è appurato che, al momento dell’ingresso in carcere, Cucchi presentava già lesioni gravi al volto, lesioni vertebrali e un sospetto di trauma cranico e addominale. Insomma cosa è accaduto durante l’arresto? Perché  se non ci sono colpevoli, come ha sentenziato la Corte d’Appello di Roma, Stefano Cucchi si è suicidato? Se non ci sono prove tutti quei dannatissimi referti medici e perizie praticamente univoche, cosa sarebbero ? Il dito medio esibito alla lettura della sentenza, rivolto alla famiglia Cucchi, ha il sapore amaro dell’impunità e del disprezzo.

GLI ALTRI CASI- Ma il caso Cucchi non è isolato.  Mi riferisco a Pietro Aldrovandi, 18enne, deceduto a Ferrara  durante l’arresto nel Settembre 2005.  In questo caso, i quattro poliziotti giudicati responsabili dell’omicidio vennero condannati a tre anni e mezzo di carcere, la maggior parte dei quali coperti dall’indulto. Scontarono sei mesi di pena residua e dopo circa un anno tornarono in servizio, tra gli applausi dei colleghi del SAP  che assomiglia sempre più ai quei manipoli di triste memoria del nostro paese, che avevano sempre a che fare con i manganelli. Mi riferisco a Giuseppe Uva. Il giudice per le indagini preliminari di Varese, ha rinviato a giudizio sei poliziotti e un carabiniere per l’omicidio dell’artigiano di 43 anni morto all’ospedale di Circolo a Varese nel giugno 2008, dopo aver trascorso la notte in caserma. Si chiede di  indagare sulla caserma, perché tuttora non si capisce cosa accadde all’interno della stazione dei carabinieri. 
Tutto questo non fa bene a nessuno. Ad uno Stato che perde credibilità, mettendo alla berlina anche i suoi servitori onesti e leali. Ai cittadini che perdono punti di riferimento, se dovessere sentirsi in pericolo ogniqualvolta scorgano una divisa.

Autore della rubrica Fuoridaidenti , sul sito SportCafè24 e di Politically Uncorrect per Radio Cogito. Articolista "interista" per Blasting News. Scrittore latente , ha pubblicato un racconto breve tra il noir ed il paranormale, "Per un giorno. Un giorno soltanto".

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