Connect with us

Buzz

Ultras Inter, la curva del silenzio: chi è senza peccato scagli la prima pietra

Pubblicato

|

Mazzarri Tifosi

Quando l’Inter è nata, lo ha fatto dalle ceneri del Milan, per creare una Internazionale che potesse aprire le sue frontiere agli stranieri nel calcio italiano: di nome e di fatto F.C. Internazionale. La squadra dei bauscia, in gergo milanese, della Milano perbene e di quelli un po’ snob. Diametralmente opposti alla passione carnale rossonera, spesso più popolana e verace: due mondi distanti, di vivere il tifo e la partita, San Siro è il luogo dove tutto questo trova la sua massima espressione.

TIFOSI? NO, SPETTATORI: LA NORD POCO SUD – Storicamente è sempre stato così, anche negli anni migliori, quelli del Triplete e dei 5 scudetti di fila. L’interista è così, da quello medio al più sfegatato, il massimo che puoi strapparli allo stadio è un boato per un rigore non dato, per un passaggio sbagliato o per una papera magistrale: in quei casi San Siro c’è e si fa sentire eccome, pronta a bruciare un ragazzo, a fischiare un allenatore o a prendere di mira un giocatore. Il più classico dei cani che si mordono la coda, volere il bene di una squadra e non far nulla perchè ciò possa esprimersi al meglio. La gente dell’Inter, quella della Nord compresa, non è un tifoso bensì uno spettatore: è la Scala del Calcio, risponderà, per cui si resta seduti e si guarda la messa i scena. Gli abbonamenti, il numero di spettatori, sono del tutto soddisfacenti ma a mancare è ben altro: il tifo, quello caldo, che spinge la squadra piuttosto che diventare un boomerang utile solo a generare più pressione ed ansia da prestazione di quanto non ve ne sia già. San Siro ha bruciato giovani, allenatori e pseudo-campioni che magari con maggior vicinanza sarebbero diventati campioni e basta. Ogni piazza ha il suo tifo e i propri colori, il modo di vivere la partita e di stare accanto alla squadra: ma sono tante, troppe le occasioni in cui una partita dei neroazzurri ha avuto come sottofondo il silenzio, i fischi e qualche ululato. Mai o quasi un incitamento costante, nei momenti difficili soprattutto, come se fischiare o star zitti aiuti o serva in qualche modo a migliorare qualcosa. I primi responsabili sono i tifosi, perchè non tifano: guardano, criticano e fischiano.

Moratti disse a tal proposito che “il tifoso interista vive la partita con eccessiva sofferenza per poter tifare come tutti gli altri“. Sarà anche vero, che la storia dell’Inter è contraddistinta da una continua altalena di emozioni, dove la tranquillità non è mai di casa ed il suo inno ne incarna alla perfezione l’essenza. Volere il bene di una squadra e non far nulla affinché essa possa esprimersi al meglio è una contraddizione enorme, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Gli Ultras facessero gli ultras piuttosto che le belle statuine, gridassero, cantassero, urlassero e dopo avranno la coscienza pulita: perchè assistere ad un film magari brutto, stando muti, non vi rende meno colpevoli dello scempio che si sta guardando.

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.

3 Comments

3 Comments

    Leave a Reply

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *