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Manchester United, la crisi di risultati della banda Van Gaal
Ferguson che alza la coppa, Cristiano Ronaldo che festeggia insieme ai compagni, l’atmosfera di gioia per la terza Champions League nella storia. Se dovessero produrre un film sulle stagioni più recenti del Manchester United, questo sarebbe probabilmente il flashback iniziale. Sono passati solo 6 anni, ma sembra un’era fa. Da quando Sir Alex ha deciso di lasciare la panchina che aveva occupato per quasi 27 anni, sul cielo della città britannica si sono addensati dei cupi nuvoloni neri, che hanno fulminato David Moyes e rischiano di far naufragare anche Van Gaal.
LA DIFESA A TRE – La prima parte della gestione dei Red Devils era stata caratterizzata dal tentativo di portare al club la difesa a tre che aveva portato l’Olanda al terzo posto nella Coppa del Mondo. Ma l’evidente inadeguatezza dei giocatoriha portato il tecnico a decidere di cambiare, dopo la sconfitta interna contro lo Swansea e il pareggio sul campo del Sunderland. Di certo Ashley Young non ha le caratteristiche adatte per ricoprire anche il ruolo difensivo richiesto per un esterno nel 3-5-2, così Lingaard e in parte Valencia. La soluzione di Juan Mata nel ruolo di trequartista non forniva il dovuto apporto alla coppia d’attacco, nè un’adeguata copertura al trio difensivo Jones-Blackett-Smalling, abile sulle palle alte ma spesso piuttosto macchinoso e inesperto.
IL ROMBO – Gli ultimi giorni di mercato e l’arrivo di Di Maria e Falcao hanno convinto Van Gaal a ripristinare la difesa a quattro, con un rombo estremamente offensivo. Ma la scelta di schierare sulla linea mediana i soli Blind e Di Maria, con Herrera a fare da guardia alla difesa. Due centrocampisti come l’olandese e l’argentino non garantiscono una copertura sufficiente, e scoppole come quella subita dal Leicester City non sono casuali. Il sistema di gioco dei Diavoli Rossi è eccessivamente portato all’attacco, e rispolverare Rojo e Rafael come terzini ed Evans o Mc Nair in qualità di difensori centrali non ha risolto gli imbarazzi della difesa. Sicuramente è indiscutibile l’efficacia di un attacco composto da Van Persie e Falcao supportati da Rooney, ma la struttura rischia sempre di crollare.
MA SHAW? – La difficoltà di Van Gaal nel plasmare una squadra che abbia un gioco efficace è evidenziata dai continui cambiamenti e da scelte discutibili. L’acquisto costosissimo Luke Shaw ha giocato una sola partita da titolare, mentre dei tre centrali titolari all’inizio solo Blackett è costantemente una delle prime scelte del tecnico. L’impressione è dunque che l’impronta offensiva del Manchester sia parte del problema, e un mercato passato nella morbosa ossessione di rinforzare l’attacco abbia condizionato forse eccessivamente lo stile di gioco del sergente di ferro olandese. E se un allenatore così inflessibile non è seguito da risultati immediati è difficile per i giocatori, in particolar modo per gli esclusi, avere totale fiducia nelle sue scelte. Tempi duri dalle parti di Manchester. Il fantasma di Ferguson aleggia ancora sull’Old Trafford.