Cinema
Belluscone. Una storia siciliana………di censura
GENESI – È nel 2011 che il cineasta Palermitano Franco Maresco, appena separatosi dal suo socio storico Daniele Ciprì, da inizio alle riprese di Belluscone, il film che intende raccontare il particolare legame tra Silvio Berlusconi ed una fetta importante del suo elettorato, quello siciliano. Dopo innumerevoli difficoltà tecniche, giudiziarie e finanziare, che ne interrompono la lavorazione e costringono i produttori a chiedere il sostegno economico del pubblico, Belluscone viene presentato alla 71esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, dove, osannato dal pubblico e dalla critica, riceve il Leone d’Argento alla regia per la sezione Orizzonti.
DISAVVENTURE – Ma se, grazie alla giuria veneziana, la comicità dissacrante di Maresco sembra aver trovato il giusto riconoscimento, le polemiche che ruotano intorno a Belluscone non accennano dissiparsi e, il film più iellato della storia del cinema (come alcuni lo hanno definito), si trova ad affrontare le ennesime complicazioni già a partire dal 4 settembre, data di uscita nelle sale. Da un lato, infatti, la dura reazione del senatore di Forza Italia Malan, che minaccia un’azione giudiziaria contro la pellicola e ne chiede addirittura il sequestro, dall’altro i cinema, che per lasciare posto ai più commerciali prodotti Hollywoodiani, lo eliminano dalla programmazione. Una situazione che spinge ancora una volta l’autore siciliano a fare un appello, questa volta agli esercenti, pregandoli di sostenere il lungometraggio alla luce del riscontro positivo ottenuto al botteghino. In effetti, è uno di quei rari casi in cui le logiche di mercato sembrano venire meno in nome di una, forse più importante, ragione politica, non potrebbe altrimenti spiegarsi il ritiro dalle sale di un’opera che, nei primi dieci giorni, ha già incassato una media di 2000 euro a sala. In attesa di vedere i prossimi sviluppi non resta che godersi, finché ce ne sarà la possibilità, uno dei lavori più originali e divertenti della prossima stagione cinematografica.
BELLUSCONE – Nell’estrema periferia palermitana, l’impresario, cantante, presentatore e barbiere Ciccio Mira, presenta al pubblico un brano intitolato Vorrei conoscere Berlusconi. Incuriosito dal tema della canzone, Maresco si addentra nei quartieri più popolari di Palermo per raccontarne il viscerale attaccamento alla cultura mafiosa e alle sue diramazioni in politica e nella musica: intervista i principali attori dello show-biz filo-mafioso della città, ne mette in evidenza le dinamiche ed i punti di forza, ma soprattutto, cerca di spiegare a cosa è dovuto lo straordinario affetto che, in questi ambienti, si nutre nei confronti del Cavaliere. Il regista realizza un ritratto drasticamente ironico e grottesco di una parte della società ancora strettamente dominata dalla morale mafiosa, che vive in mondo ai margini, dal quale la criminalità organizzata e parte della politica traggono la loro linfa vitale. Nonostante le agguerrite polemiche, il film vuole essere un’analisi approfondita e satirica della logica che spinge il sottoproletariato urbano siciliano a sostenere una politica di centro destra, e non un’ inchiesta sulle vicende economiche e politiche dell’ex Premier, di cui vengono evidenziati fatti già noti da tempo all’opinione pubblica.