Calcio Estero
Gol dell’ex: quando si dice “oltre al danno, anche la beffa”
Pubblicato
6 anni fa|
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Jacopo Rosin
La rete che si gonfia e gli avversari che esultano, basterebbe questo a provocare dolore ad ogni tifoso. Quando però a segnare è un beniamino di casa che veste un’altra maglia allora la tragedia è completa. Il calcio è pieno dei cosiddetti “gol dell’ex”, da ieri arricchiti da un altro clamoroso caso: dopo 13 anni con la maglia del Chelsea, Frankie Lampard entra e segna il gol del pareggio con la maglia del Manchester City, ma il pubblico dei blues lo applaude; non sempre è andata così.
GOL DELL’EX – Niente esultanza, solo gesti di scuse. Lampard a fine gara va sotto lo spicchio dei tifosi blues e per lui sono solo apllausi e cori, nonostante il gol che ha tolto la vittoria al Chelsea; grande esempio di civiltà, iniziato al suo ingresso in campo con il saluto affettuoso dei suoi vecchi supporters. Non c’erano 13 anni di storia con la maglia dell’Everton per Wayne Rooney, quando il 13 agosto 2005, alla prima da avversario dei toffees con la maglia dello United segna lo 0-2 per i red devils, beccandosi i fischi dei suoi ex tifosi che l’avevano visto crescere sperando potesse restare il loro unico golden boy. Per non parlare poi di Adebayor, passato alla cronaca nel 2009 dopo il gol dell’ex segnato con la maglia del City all’Arsenal, adorato dai tifosi gunners fino a quando – ancora inspiegabilmente – si fece tutto il campo per andare ad esultare proprio sotto di loro, che gli lanciarono tutto ciò che avevano. C’è da scommettere che se Adebayor gioca ancora a calcio buona parte del merito è di quegli stuarts che evitarono l’invasione di campo. Ancora oggi bordate di fischi sommergono il togolese tutte le volte che incrocia Wenger.
IN PATRIA – Anche il calcio italiano è ricco di pregevoli gol dell’ex. Da Batistuta con la maglia della Roma dello Scudetto – 2000/01 – che con un destro da fuori area nei minuti finali diede la vittoria a Capello contro la Fiorentina; a Pirlo che nella scorsa stagione trafisse i rossoneri con una punizione delle sue in uno Juventus-Milan 3-2. Tanti episodi, applausi e fischi. Iaquinta che tornò al Friuli con la maglia della Juve e fece il famoso gesto delle orecchie al suo gol facendo imbestialire il popolo di fede Udinese; l’ex attaccante bianconero motivò quell’esultanza sostenendo di aver ricevuto insulti fin dal riscaldamento. non certo un amore finito bene. Per non parlare di Ronaldo che nel 2007 tornò a Milano, sponda rossonera, dopo l’esperienza galactica, segnando con un sinistro da fuori il momentaneo vantaggio del Milan in un derby infuocato, provocando la stizza dell’ex presidente Moratti in tribuna nonchè della tifoseria interista. Il Fenomeno non solo segnò alla sua ex squadra, ma esultò in faccia a quegli stessi tifosi dell’Inter che erano già stati puniti qualche anno prima nel terribile 5 maggio, quando El Cholo Simeone mise il suo nome nel tabellino di quel fatidico 4-2 per la Lazio che costò ai nerazzuri lo Scudetto. Probabilmente, in un’altra occasione, il popolo meneghino avrebbe applaudito l’attuale allenatore dell’Athletico Madrid per gli anni passati sul Naviglio, ma in quel giorno c’erano ben altri pensieri. A proposito di Lazio e di Scudetto, anche Beppe Signori indossando la maglia del Bologna mise a segno il gol dell’ex contro i biancocelesti, non una volta ma due. Fortunatamente per Veron e compagni il match terminò 3-2 per la Lazio e il secondo tricolore arrivò poche settimane dopo, direttamente da Perugia.
Il calcio è pieno di gol dell’ex, a volte si ha quasi la certezza che sia una sentenza o un beffardo gioco del destino, ma alla fine, se ci si pensa bene, in un campo di calcio tutto ciò che va in scena è solo un gioco.
Jacopo Rosin (@JacopoRosin)
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