Ciclismo
Il record dell’ora di Jens Voigt
Per un uomo che vive in fuga da quasi vent’anni, correre cinquanta chilometri in un’ora è stato quasi un gioco da ragazzi. Jens Voigt, dopo aver trascorso una vita da mediano del ciclismo, si è concesso un ultimo momento di gloria, l’ennesimo di una carriera senza eguali. L’età avanzata (ha compiuto 43 anni l’altro ieri), non ha intaccato grinta e spirito da guerriero. Il Velodrome Suisse di Grenchen ha tifato per Voigt come per il primo dei capitani. Una volta ancora i riflettori sono puntati su di lui, nuovo recordman del primato sull’ora.
L’UOMO ARRIVATO DA UN MONDO CHE NON ESISTE PIÙ – Ne ha fatta di strada, il buon Jens. Nato nella vecchia Germania Est, il tedesco ha attraversato le strade di Dassow e quelle del mondo con la stessa, spietata, naturalezza. Si è lanciato per una vita verso imprese impossibili, alla ricerca della fuga buona. Voigt è uno che non molla mai. Ha partecipato a sedici Tour e ne ha conclusi tredici, ha preso parte al Giro per tre volte e per tre volte è arrivato in fondo. È una questione di mentalità teutonica: quando si inizia qualcosa, l’unico obiettivo è portarla avanti fino alle fine con il massimo impegno. Voigt è un gregario esemplare ed uno sportivo corretto. Non ha mai rubato nulla, ha sempre sudato sette camicie per conquistare ogni traguardo.
L’ULTIMO ACUTO – Uno come lui non avrebbe potuto salutare il suo mondo in modo banale. Ieri ha sfidato la storia, spinto dall’entusiasmo di sempre, le note dei Queen e non pochi interessi pubblicitari. Il record dell’ora era stato accantonato da diversi anni, superare il limite posto da Sosenka non era certo impossibile, ma per un quarantreenne non era comunque scontato. Il leone ha ruggito probabilmente per l’ultima volta, perché a fine stagione si ritirerà. Lo attendono sei figli, una moglie ed una tv. C’è da starne certi, continuerà a seguire il ciclismo, e quando ci sarà qualcuno in fuga a sfidare il gruppo, è più che scontato per chi farà il tifo.
Antonio Casu
@antoniocasu_