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Stefano Okaka: il Bisonte inarrestabile di Sinisa
Pubblicato
6 anni fa|
Editor
Jacopo Rosin
Per chi ha assistito in diretta al raddoppio doriano firmato Stefano Okaka nel match con il Torino, è stato come vedere un bisonte inarrestabile far esplodere il Marassi dopo una corsa di quasi 50 metri palla al piede. Uno strapotere fisico davvero impressionante. Okaka ha messo in mostra cosa è possibile fare su un campo di calcio con 85 chili di muscoli concentrati in 186 centimetri. Uno dei gioielli italiani più celebrati ai tempi delle giovanili potrebbe aver finalmente trovata la sua dimensione, candidandosi come possibile rivelazione della Serie A, anche in ottica Nazionale.
7 ANNI BUTTATI – Certo è ancora presto per poterlo esaltare come nuovo grande fenomeno italiano, troppo poco un gol anche solo per pensarlo, ma Okaka sta dando l’impressione di aver finalmente trovato la giusta maturità per poter dire la sua nel calcio che conta. Fin dalle giovanili della Roma – il più giovane esordiente al Torneo di Viareggio e in campo con la Prima Squadra giallorossa a soli 16 anni – Okaka sembrava predestinato ad un futuro luminoso, a lottare con i più grandi per i trofei più ambiti. Come spesso accade però la pressione del calcio che conta ha fatto crollare quelle certezze, unite ad un carattere non proprio morbido. Maggior problema era il match nel match che Okaka perennemente ingaggiava con l’arbitro di turno, suo rivale al pari degli undici avversari in campo. Verò è che spesso quando hai una mole come quella di Okaka devi mettere in preventivo che qualche fallo a favore in meno ti verrà fischiato, dettaglio che Okaka non ha mai voluto accettare. Il suo attuale allenatore, però, sembra aver trovato la giusta chiave per condurre alla definitiva consacrazione l’attaccante blucerchiato, che sembra aver iniziato la nuova stagione con una marcia in più, come dichiarato dallo stesso Mihajlovic: “Sta facendo molto bene, ha tutte le carte in regole per sfondare. Ha 25 anni, è fisicamente forte e tecnicamente bravo. E’ un giocatore importantissimo per noi, deve continuare così. Ha buttato sei-sette anni della sua vita calcistica, ora ha messo la testa a posto e può diventare uno dei più forti centravanti in Italia“.
STAFANONE NAZIONALE – Nonostante le premesse fossero delle migliori, con la Roma Okaka non esplose mai, tanto meno con il Parma e con i tanti club di B a cui era stato girato in prestito – Modena, Brescia, Bari e Spezia -. Provò a sfondare anche con la maglia del Fulham in Premier League, ma nemmeno lì trovò la giusta dimensione. La Sampdoria se l’è aggiudicato in uno scambio con Nicola Pozzi e, per l’ennesima volta, è il mese di gennaio a dare nuovo slancio alla carriera di Okaka così come in tutti i suoi precedenti trasferimenti. Sembra però che la Samp sia arrivata al momento giusto, trovando un giocatore che, a sentire gli addetti ai lavori, è impossibile non schierare da titolare vedendo con che intensità si allena durante la settimana. Giusta mentalità, caratteristica che spesso sembra avere più valore delle capacità tecniche. A conferma di questa crescita ci sono anche le parole dette su Balotelli al termine di Sampdoria-Torino, a proposito della partenza dell’ex rossonero: “Mario è mio amico, non l’ho criticato, ma ho detto quello che penso, come sempre. La responsabilità non è sempre degli altri. Mario è forte, ma se ha avuto problemi qui metà responsabilità è sua. Talvolta nella vita bisogna fermarsi e guardarsi dentro. Resta il fatto che lui è forte e la nuova esperienza inglese servirà a fargli ritrovare la fame di una volta”. Parole che evidenziano la maturità tipica di chi si è fatto un’analisi di coscienza, riuscendo a vedere prima di tutto i propri errori. Okaka resta sotto la lente d’ingrandimento, ha ancora tanto da dimostrare, ma chissà che possa diventare proprio lui l’erede del suo amico Mario nella nuova Nazionale di Conte, ma occhio alla Nigeria che continua a tentarlo e potrebbe allontanarlo dalla maglia azzurra.
Jacopo Rosin (@JacopoRosin)
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