Ciclismo
Il Pistolero spara tre volte: la Vuelta è di Contador
Ha vinto da solo, in cima, dopo aver tolto dalla sua ruota ogni rivale. Alberto Contador ha corso da padrone e ha vinto da vero re. La Vuelta è sua per la terza volta, ma alle corone si sostituiscono tre colpi di pistola, sparati nella quiete seguita alla grande tempesta. Ha cercato Froome alle sue spalle, ha cercato Valverde e Rodriguez, ma non ha trovato nessuno. Il Pistolero è solo, nessuno ha saputo resistergli.
CONTRO OGNI PRONOSTICO – Stavolta il nome di Contador non se l’aspettava nessuno. Era reduce da un brutto infortunio (frattura della tibia) che l’aveva costretto al ritiro dal Tour meno di due mesi fa. Non ci credeva nessuno perché non sembrava essere abbastanza motivato e soprattutto perché i rivali pericolosi erano tanti. Forse troppi. Da anni non si assisteva ad un grande Giro con un numero simile di veri campioni. Da Froome ad Aru, da Quintana ad Uran, da Valverde a Rodriguez: tutti in lotta per un unico obiettivo. Contador era l’outsider pericoloso, orgoglioso ma non in forma. Avrebbe potuto vincere una tappa, si diceva, ma non la Vuelta. Ed invece no, Contador si è confermato ancora una volta il migliore. Ha vinto lui.
STORIA DI UNA VITA SPORTIVA – Splende il sole, poi viene giù un diluvio ed infine torna il bel tempo. È la storia della tappa di oggi, l’ultima, ed in fondo è anche il trailer che introduce il film della vita sportiva di Alberto Contador. È piovuto davvero su Santiago de Compostela, così come sulla salita più dura affrontata dal Pistolero, quella della rinascita dopo il baratro del doping. Ne è uscito (si spera pulito), ed ha alzato le mani al cielo con la grinta di sempre. Il percorso bagnato della crono di chiusura ha invece incoronato il nostro Adriano Malori, fortunato nell’aver corso con l’asfalto asciutto. Il podio della classifica generale è completato da Froome e Valverde. Quinto Fabio Aru, nono Damiano Caruso. È stata una Vuelta bellissima, peccato che sia finita.
Antonio Casu
@antoniocasu_