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Senza soldi…il pallone non rotola
Pubblicato
8 anni fa|

Nell’approcciarmi alla stesura di questo articolo – con cui s’inaugura la nuova rubrica di SportCafe24, “Calcio & Economia” – sono partito dalla consapevolezza che molti appassionati di calcio continuano a non abbinare con naturalezza le giocate sul campo da gioco dei propri beniamini con le voci di bilancio delle squadre di cui sono tifosi. Ma è soprattutto vero che gli interessi economici – che circondano il calcio – sono diventati troppo importanti ed influenti da continuare ad ignorarne le dinamiche.
Eppure quell’idea di recente sviluppo e diffusione, secondo cui il calcio moderno sia diventato sempre di più una questione meramente economica e affaristica, trova le sue origini già nel lontano 1966. E’ in quell’anno, infatti, che la F.I.G.C. approvò una specifica delibera con cui fu disposto lo scioglimento delle associazioni sportive professionistiche e la loro contestuale ricostituzione sotto forma di società per azioni (S.p.A.).

Michel Platini, ex campione della Juventus ed attuale Presidente della UEFA, ideatore e promotore del Fair Play Finanziario
PASSO DOPO PASSO – Probabilmente si ha una percezione così recente del fenomeno perché recente è, in realtà, l’attenzione mediatica dedicata a tale processo. Termini come sponsor, fatturati, diritti televisivi, premi UEFA, Fair Play Finanziario, Namin Rights e plusvalenze – giusto per citarne alcuni – sono entrati nella nostra quotidianità di tifosi solo negli ultimi anni, poiché è soprattutto in questo periodo che la loro importanza ed incidenza è andata aumentando.
CRESCITA SOSTENIBILE – Un’evoluzione in senso aziendale delle società calcistiche che parte da molto lontano e di cui, in passato, si è rischiato di perderne il controllo. Basti pensare ai crack Cirio e Parmalat, che hanno messo a serio rischio l’esistenza di club come Lazio e Parma, oppure alle crisi societarie e ai conseguenti fallimenti di Fiorentina e Napoli, che non poco hanno dovuto faticare – e riorganizzarsi – per tornare ai livelli che maggiormente gli competono. Una serie di eventi che, legati all’incontrollato aumento delle spese sostenute dalle squadre di calcio (basti ricordare gli acquisti ultramiliardari dei vari Mendieta, Vieri, Zidane e Nedved e agli ingaggi astronomici loro riconosciuti), ha palesato l’inevitabile esigenza di “trattare” il patrimonio materiale ed umano dei club in un’ottica economicamente sostenibile.
LA BATTAGLIA DI “LE ROI” PLATINI – L’iniziativa più importante intrapresa in tal senso è stata quella del Fair Play Finanziario (FPF), un progetto – adottato dal Comitato Esecutivo della UEFA per volontà del suo presidente, Michel Platini – nato nel 2009 con l’obiettivo di diminuire l’esposizione debitoria delle società calcistiche europee, per poi consentirle – in futuro – di andare avanti con le proprie forze. Un programma, quello del FPF, che rispecchia il motto tanto caro all’ex “Le Roi” per cui nella gestione delle squadre di calcio “la passione fa rima con ragione”. E i primi risultati stanno già arrivando: secondo i dati diffusi dalla stessa UEFA proprio in questi giorni, le perdite dei club europei si sono dimezzate – negli ultimi due anni – del 50%, scendendo da 1,7 miliardi di euro a 800 milioni di euro.
PASSIONE SENZA CONFINI – Il calcio moderno, ed in particolare quello europeo, non è fatto solo di regole di gestione e bilanci da tener d’occhio. E’ anche investimenti, evoluzione tecnologica, come i nuovissimi stadi – costruiti in giro per il Mondo (tranne che in Italia, salvo poche eccezioni) dotati ormai di qualsivoglia tipo di comfort, che consentono di seguire le partite nelle maniere più disparate che ci siano. E’ l’abbattimento di ogni tipo di frontiera, con le strategie di marketing che permettono di commercializzare i prodotti di una squadra in ogni angolo del globo terrestre e che consentono – ad esempio – al Manchester United di avere più di 350 milioni di tifosi in tutto il Mondo.

La tifoseria del Manchester United è la più numerosa del Mondo, con 354 milioni di supporters sparsi in tutto il globo.
CONTINUA EVOLUZIONE – Un movimento enorme e in continua crescita, che ha portato alla nascita dell’azionariato popolare (in inglese, “Crowdfunding“) in cui i tifosi diventano investitori e dirigenti di una squadra di calcio (magari la propria), ma anche allo sviluppo del preoccupante fenomeno delle TPO (“Third-Party Ownership”), per cui soggetti terzi diversi dalle società calcistiche (fondi di investimento e, talvolta, agenzie di procuratori) acquisiscono percentuali più o meno considerevoli dei cartellini dei giocatori, minando gravemente la stabilità economica degli stessi club e creando, soprattutto, forti distorsioni nel valore economico reale delle transazioni del calciomercato.
Insomma, una dimensione sempre più complessa in cui noi di SportCafe24 ci tufferemo insieme a voi, e di cui – attraverso questa nuova rubrica, Calcio & Economia – proveremo ad esplorarne e a farvi conoscere gli aspetti più variegati ed interessanti, con un linguaggio semplice, diretto e chiaro.
Senza dimenticare mai che il calcio, a qualsiasi longitudine sia giocato e praticato, resta pur sempre un gioco…quello più bello del mondo!
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