Focus
Serie A, i nuovi arrivi: Gary Medel, il pitbull neroazzurro
“Vi innamorerete di Medel. E in Cile si tiferà Inter come ai miei tempi”. Parola di Ivan Zamorano, uno capace di entrare nel cuore della Nord e di non uscirne più. “Gli potrà succedere di giocare bene o di giocare male, ma non gli succederà neanche una volta di uscire dal campo senza avere dato tutto“. Era proprio questo aspetto del bomber cileno ad aver fatto innamorare milioni di tifosi interisti, dalle sue parole possiamo esser certi che lo stesso accadrà col nuovo arrivato ad Appiano Gentile. “Il Mondiale ha fatto di Medel un Dio“, prosegue l’ex n.9, il “pitbull” neroazzurro è pronto per riportare un po’ di Cile nel cuore di tutti i tifosi dell‘Inter.
MEDEL, MEDIANO, LIBERO E DETENUTO – Le contraddizioni di Gary Medel sono molteplici, tra campo e vita privata, movimentata proprio come all’interno del prato verde. Un nano di 1,71 cm capace di sovrastare spilungoni nel gioco aereo, ringhiare alle caviglie a tutto campo degli avversari e poi totalizzare il 90% di passaggi riusciti con una gittata media di 19 metri. Essere da sempre definito un medianaccio di interdizione e poi segnare 30 gol in carriera: passare a “libero” nel Cile di Sampaoli dopo esser stato due volte “detenuto” per rissa fra il 2010 ed il 2012. Retrocesso con il Cardiff, si guadagna l’occasione della vita con la maglia dell’Inter, grazie ad un Mondiale da eroe, come si evince ancora dalle parole di “bum bum” Zamorano: “Non si è tirato durante la partita contro il Brasile: l’ha giocata da stirato. E non è uscito finché proprio non ce l’ha fatta più, erano già i supplementari, e ha lottato come una bestia come se non avesse nulla. Così commuovi la gente, così entri nel cuore dei tifosi“. Quell’atteggiamento da pitbull divenne un’etichetta sin dagli esordi con l‘Universidad Catolica, ove debuttò appena 18enne guadagnandosi subito la chiamata dall’Under 20 in occasione dei Mondiali del 2007 in cui si spinse fino alla semifinale con l’Argentina (che per lui durò 15 minuti causa espulsione per una scarpata). Due anni dopo il Boca Juniors di Bianchi, la prima stagione è fantastica e condita da ben 7 gol, resterà anche i 6 mesi successivi ma il richiamo dell’Europa è già troppo forte. Lo cerca Bigon per portarlo a Napoli, ma il Siviglia in quegli anni faceva incetta di Europa League ed ottiene il sì del giocatore, un trasferimento da 3 milioni di euro che si rivelerà un affare gigantesco. Riesce a far perdere le staffe a due gentiluomini quali Xavi ed Iniesta che in quegli scontri si vedono costretti a limitare il tiki-taka andante di quel periodo, onde preservare le proprie caviglie. Le due stagioni disputate dopo l’arrivo in quel di gennaio lo vedranno andare a segno per 9 volte in 94 partite, in Premier si accorgono di lui ed arriva la chiamata del Cardiff. L’offerta è di 13 milioni di euro, 4 volte e più di quanto era stato comprato, è la cifra più alta spesa nella storia di un club gallese. Lui totalizza 35 presenze ad una media di passaggi riusciti pari al 90%, ma non basterà per salvare una squadra mediocre dalla retrocessione. Quello che accadrà dopo è cronaca recente.
Medel arriva all’Inter con la formula del prestito oneroso di 3 milioni, più 5 di riscatto pagabili in 3 anni ed uno di bonus in caso di qualificazione in Champions League nell’annata corrente. Al giocatore un quadriennale da 1,6 milioni per la prima stagione, 1,9 dalla seconda. Mediano o libero indifferentemente, può all’occorrenza costituire un centrocampo di ferro con M’Vila adattato da mezzala, grazie a qualità di inserimento piuttosto valide come dimostrano i 30 gol sopra citati in carriera.
Ma a chi assomiglia Gary Medel? “Per la “garra”, il cuore che ci mette, Gary ha qualcosa di Paul Ince; per la capacità di essere un leader dentro il campo, di trascinare i compagni con l’esempio, mi ricorda il Cholo Simeone“. Parola di Ivan Zamorano.
Orazio Rotunno