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Inghilterra, Steven Gerrard dice addio alla Nazionale
Era nell’aria da giorni ma ora è arrivata l’ufficialità. Dopo 114 gare e 21 reti segnate Steven Gerrard lascia l’Inghilterra per concentrarsi unicamente al proprio amato Liverpool. Una decisione maturata all’indomani del disastroso Mondiale brasiliano che ha visto la nazionale dei Tre Leoni uscire prematuramente con un misero punto, ed in cui Gerrard ha deluso profondamente con prestazioni decisamente sottotono. Conclusa una stagione da incubo tra flop Mondiale e Premier League sfumata nelle ultime giornate, il capitano dei Reds si prepara già per una durissima nuova stagione, che vede la squadra di Brendan Rodgers impegnata in Champions League, dove ritorna dopo ben 5 anni, ed orfana di Luis Suarez, volato a Barcellona. Per SteveG, ormai 33enne e reduce da un’infinita di battaglie con la maglia di Sua Maestà, è arrivato il momento giusto per dedicarsi completamente anima e corpo alla propria squadra del cuore, quella con cui da 17 anni suda e lotta. Ripercorriamo le tappe della carriera di Gerrard con la propria nazionale.
GIOIE E DOLORI – Si chiude così una carriera in nazionale iniziata il 31 maggio 2000 in occasione dell’amichevole di Wembley contro l’Ucraina, in preparazione dell’Europeo di Belgio e Olanda il cui il giovane Gerrard, di soli 20 anni e reduce da 2 ottime stagioni d’esordio in maglia Reds, gioca solamente l’incontro vinto 1-0 contro la Germania. Dopo la precoce eliminazione al primo turno le presenze in nazionale aumentano per Gerard, che con l’avvento in panchina di Sven-Goran Eriksson trova pianta stabile tra i convocati per le qualificazioni al mondiale nippo-coreano del 2002, un mondiale che Gerrard dovrà saltare a causa di un infortunio all’inguine occorso sul finire della Premier 2001/2002. Dopo la cocente delusione per il mancato esordio in un mondiale Gerrard si riprende al meglio ed oltre a diventare il giocatore di maggior classe del proprio club, dove ottiene la storica Champions League 2004/2005, quella della famosa rimonta da 0-3 contro il Milan ad Istanbul, diventa definitivamente titolare inamovibile del team dei “Tre Leoni”. Ma sia ad Euro 2004 che ai Mondiali di Germania 2006 è sempre il Portogallo ai rigori a fermare la corsa di Gerrard e compagni. In entrambe le occasioni è il formidabile Ricardo a sbarrare la porta agli inglesi e a Steven Gerrard, che nel quarto di finale del 2006 è tra i 3 rigoristi a essere fermato dal portiere dello Sporting Lisbona. Tanta amarezza per SteveG, perno fondamentale del centrocampo ed autore di 3 gol e giocate decisive tra i due tornei, dove l’Inghilterra poteva disporre di giocatori straordinari come Owen, Rooney, Beckham, Lampard e Scholes. Ma ormai è il tramonto di questa generazione fortissima ma estremamente perdente: due anni dopo, con Eriksson sostituito da McLaren, la Croazia nega addirittura l’accesso alla fase finale di Euro 2008. La federazione inglese allora corre ai ripari chiamando sulla panchina Fabio Capello ed è proprio in questo periodo che Gerrard comincia a giocare da capitano, a causa dei guai di John Terry, coinvolto in vari scandali a sfondo sessuale. I mondiali di Sud Africa 2010 porteranno ad una nuova delusione, con la squadra eliminata agli ottavi dalla Germania al termine di una partita clamorosa dove il possibile 2-2 di Lampard non viene clamorosamente visto dall’arbitro Larrionda. Il 4-1 finale schianta gli inglesi e determina il declino della gestione Capello, che pochi mesi prima di Euro 2012 decide di dimettersi a causa delle polemiche con la Federazione per la gestione del caso Terry, reo di insulti razzisti ad Anton Ferdinand e per questo privato dalla fascia di capitano. Che passa proprio al faro del Liverpool, che come sempre si dimostra uno dei migliori nel girone eliminatorio di Euro 2012. Poi saranno ancora i rigori nell’ottavo contro l’Italia a fermare il cammino della squadra di Hodgson, il quale rimane ct anche per questi disastrosi mondiali, in cui Gerrard, colpito anche della tremenda delusione di una Premier League persa per l’ennesima volta a pochi centimetri dal traguardo, gioca in maniera poco grintosa e concentrata, rendendosi colpevole per 2 palloni persi in occasione dei gol del suo ex compagno Suarez nella gara con l’Uruguay.
Ed ora ecco il ritiro. Un peccato chiudere così per uno che ha sempre dato tutto per la propria nazionale, ma le 114 presenze ed i 21 gol segnati verranno ricordati per sempre da tutti i tifosi di Sua Maestà.
Enrico Cunego