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Mondiale, i capolavori di Low e Sabella
Pubblicato
7 anni fa|

Finalmente la finale! l’atto conclusivo del mondiale andrà in scena questa sera al Maracanà, Germania e Argentina ci regaleranno un entusiasmante spettacolo che porterà una delle due nazioni sul tetto del mondo. La domanda che tutti si fanno è se la Mannschaft riuscirà a completare il capolavoro iniziato contro il Portogallo e proseguito contro il Brasile. Oppure se sarà Messi a trascinare l’Albiceleste ad uno storico trionfo nella terra degli acerrimi nemici brasiliani. La risposta non è cosi scontata, la Germania con i suoi 17 goal segnati si è dimostrata un panzer terribile mentre l’Argentina ha assunto le caratteristiche di un bunker impenetrabile: sono solo 3 i goal subiti. Artefici di queste due macchine perfette sono i rispettivi commissari tecnici: Low e Sabella. Nessuno dei due allenatori è mai stato una stella in campo ne tantomeno in panchina, ma andiamo a scoprirli meglio.
LOW – Classe 1960 l’allenatore tedesco ricopre questo ruolo dal 2006, ha ereditato un gruppo lacerato dalla delusione del mondiale perso in casa (mentre noi godiamo ancora), ma ha saputo creare un team solido e compatto, ha allevato i giovani che ora entusiasmano in giro per l’Europa formando un rullo compressore che su 16 partite tra Qualificazioni e Mondiale non ha mai perso, pareggiando solo due volte. Low è riuscito a costruire una squadra solida difensivamente, brillante atleticamente e terribile in fase offensiva. Dopo otto anni di lavoro, una finale ed una semifinale all’Europeo (2008 e 2012) e un terzo posto al Mondiale sudafricano, per il tecnico tedesco è giunto il momento di riscuotere. Low ha schierato la Germania sempre con lo stesso impianto di gioco preciso (chi lo dice a Prandelli?) e non ha paura a definire la sua squadra più forte dell’Argentina.
SABELLA – Classe 1954, l’allenatore argentino ha passato una vita come secondo. Infatti ha affiancato Daniel Passarella nelle sue esperienze da allenatore dal 1994 al 2007. Fu anche assistente dell’Albiceleste nei mondiali disputati negli Stati Uniti. Grazia a questa lunga esperienza, appena ha assunto il ruolo di allenatore è riuscito a portarsi a casa un campionato e una Coppa Libertadores. Negli anni è riuscito a maturare una saggezza che ha prontamente trasferito alla sua Argentina che giuda dal 2011. In parte il suo mondiale lo ha già vinto,riuscendo a tappare la bocca ai più scettici, le sue convocazioni infatti infatti avevano fatto discutere ma Romero ha trascinato l’Argentina in finale e di Tevez non si sente la benchè minima assenza, il tecnico argentino ha guardato prima al gruppo e poi alle individualità e siamo certi di poter dire che il tempo gli ha dato ragione. Ha già dichiarato che lascerà l’incarico di ct dopo la finale di stasera, dove servirà un “Argentina perfetta” per battere la Germania dei record.
Stasera vedremo chi dei due avrà la meglio, con la certezza che anche se nessuno dei due rappresenta un un modello di allenatore vincente e chiacchierato dalla stampa (stile Mourinho) uno dei due si troverà sul tetto del mondo, con la coppa in mano.
Dario Fratoni (@DarioFratoni)
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