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Scolari e Prandelli: così lontani, così vicini

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Felipe Scolari

Sì può perdere in tanti modi; si può anche perdere male in tanti modi. Perché ciò che resta nel giudizio finale di un vincente non è la sconfitta, ma il modo in cui l’ha affrontata. 8 luglio 2014: ecco perché Scolari è un vincente e Prandelli non lo sarà mai…

Cesare Prandelli: prenda esempio dal collega Scolari

Cesare Prandelli: prenda esempio dal collega Scolari

Cominciamo dalla fine: dopo una partita che ha completamente ridefinito il concetto di “figura di merda” in ambito calcistico e che darà materiale ai satirici per il prossimo millennio, l’allenatore responsabile della tal figura, Felipe Scolari, si presenta ai microfoni del mondo intero.

Queste le parole del tecnico verde-oro Scolari:”Abbiamo cercato di inseguire il nostro sogno e non ci siamo riusciti. Chiedo scusa a tutto il popolo brasiliano per il risultato. Noi continueremo a lavorare per cercare di raggiungere il terzo posto. Grazie al nostro pubblico che comunque ci ha sostenuto. Chi è il responsabile di tutto ciò? Io, di tutto. Responsabilità condivise ma scelta giocatori, tattica e modulo di gioco è mia, io sono il responsabile“. Inoltre: “Squadra da rifondare? Per una partita persa? 12-13 elementi ci saranno anche in Russia, nel 2018. Non scherziamo!” Notato niente? Bene, allora facciamo un passo indietro.

TROVA LE DIFFERENZE – Ventiquattro giugno: dopo una partita che ha completamente ridefinito il concetto di “perdere la dignità”, l’allenatore responsabile del disastro, tal Cesare Prandelli, su cui Sportcafe24 era stata critica in tempi non sospetti, sciorina la suddetta sequela di comportamenti. 1) Senza neanche ascoltare le critiche, si dimette (per la serie “Mi avete fatto male, con voi non gioco più, uffa!”) sfuggendo a tutte le colpe passate, presenti e future e parandosi al caldo turco del Galatasaray (come se un accordo contrattuale lo si trovasse in pochi giorni certo…) 2) Dà tutta la colpa dello sfascio all’unico attaccante che si è mostrato in grado di buttarla dentro 3) Riserva una stoccata all’arbitro, chè siamo in Italia e cavalcare un po’ la pancia dei beceri non fa mai male.

LA MIGLIOR DIFESA – Una differenza importante va segnalata: il Brasile può giocarsi ancora il terzo posto, e questo potrebbe aver influenzato le dichiarazioni fatte da Scolari, ma, che piaccia o meno, le parole di Scolari e la sua piena assunzione di responsabilità di fronte al paese, fatta innanzitutto restando in sella senza lasciarsi andare alla disperazione del momento, hanno ricompattato il Brasile prima come squadra e poi come rosa. Avete sentito Julio Cesar per caso prendersela con Fred  come invece ha fatto Buffon con Balotelli? Avete visto i vecchi dare addosso ai giovani accusandoli di essersi montati? Avete visto una crisi tecnica e dirigenziale? Il punto è questo: nel momento più buio della sua storia, il Brasile ha già negli occhi la luce del suo rilancio e la strada per raggiungerla. Al di là della fattibilità pratica del tutto, non è poco. Noi, invece?

DALLA PADELLA ALLA BRACE – Noi non abbiamo alcun nome a livello di federazione e le ultime notizie vorrebbero che affidassimo la panchina a quest’omino qui, uno che ha definito “semifinale tattica” l’incontro tra le due squadre più fisiche di tutto il mondiale, il Brasile una squadra dall’indubbio tasso tecnico quando quest’ultimo è stato il Brasile più povero di qualità degli ultimi 50 anni. C’è una sola spiegazione: ha seguito il Mondiale su PES 2015, e, se le cose vanno così, per i prossimi anni ci sarà assai poco da stare…Allegri!

Modestino Picariello

Polemico, pedante, pignolo, poco fedele al suo nome (la modestia è dannosa se sei consapevole dei tuoi limiti) ma molto al suo cognome ( piccolo bandito, che fugge dai recinti dell'informazione a un coro solo). Perché leggermi? Perché sono chiaro, informato e motivo precisamente ogni mia opinione

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