Focus
Brasile, campione del mondo di tuffi
Due partite, due “furbate”. Bilancio: 3 punti, 0 sanzioni. Nella vita il delitto non paga, si dice spesso, ma il discorso non è valido (a quanto pare e almeno per ora) se siete il Brasile e state disputando il mondiale di calcio in casa vostra. Male che vada, infatti, non si ottiene nulla, ma il tentativo di fregare tutti con l’inganno resta impunito e quindi non si paga dazio. Questo è l’unico neo di un arbitraggio, quello del turco Cuneyt Çakir, che altrimenti sarebbe da incorniciare, e tuttavia non è un errore da poco. Marcelo, reo di essere franato a terra in piena area dopo aver sentito il “contatto” della mano di Jimenez sulla sua spalla, doveva essere ammonito senza pietà: c’è modo e modo di simulare, infatti, e quello messo in scena ieri sera dal difensore verdeoro a 3 minuti dalla fine di un match inchiodato sullo 0-0 era troppo maldestro per non reclamare immediata ed esemplare giustizia. Anche farla passare liscia al colpevole è un aiutino, infatti, sia pure quasi impercettibile rispetto a quello concesso dal signor Nishimura nella gara d’esordio contro la Croazia, e incoraggia i furbastri a riprovarci alla prima occasione. Tanto non costa nulla.
FELIPAO MACHIAVELLAO – Ormai è chiaro. Se lo schema “palla a Neymar e incrociamo le dita” (pezzo forte – se non l’unico – del repertorio tattico messo in mostra dai padroni di casa in questo primo scorcio di torneo) non funziona, l’armata di Scolari non si perde d’animo e mette in pratica il Piano B: “tuffo in area e vediamo che succede”. Prima Fred, poi Marcelo. Chi sarà il prossimo? D’altra parte “questo è il mondiale del Brasile”, Felipão dixit, e qualsiasi mezzo va bene pur di raggiungere l’obiettivo. “Per me era rigore. L’ho visto già una decina di volte in tv e per me era rigore”, Felipão ri-dixit commentando il nulla commesso da Lovren ai danni di Fred, e come se non bastasse nel dopo-gara di ieri sera ha avuto pure da ridire sull’episodio di Marcelo: “Adesso basta rigori per il Brasile?” ha ironizzato fuori dal vaso il ct verdeoro sostenendo la tesi del chiaro penalty negato dal bieco fischietto turco. Chiagni e fotti, insomma, che per ora sono 3 punti e 0 sanzioni. Però: mica male il Piano B.
FELIPAO MERAVIGLIAO – “Ancora con questa storia dell’arbitro?” aveva sbottato Scolari in conferenza stampa prima della partita contro il Messico. “Io con loro non ho problemi…Il tecnico della Croazia ha detto che questo è un circo?” – aveva poi aggiunto il ct prima di lasciarsi sfuggire una battuta più infelice della simulazione di Marcelo – “Allora il Brasile ha avuto cinque circhi, visti i titoli mondiali che abbiamo vinto finora”. Che dire? Povero Felipão, in fondo c’è da capirlo. Provate a immaginare la terribile pressione cui è ora sottoposto il mister che ha dalla sua parte i tre quarti dei brasiliani, percentuale “bulgara” in un Paese da sempre molto critico e severo nei confronti dei ct. Roba da far tremare i polsi. Se dovesse fallire, il suo nome verrebbe associato a “tragedia” da qui all’eternità, e il fatto di aver già messo in bacheca un mondiale conterebbe poco o niente.
No, non sia mai. “Questo è il mondiale del Brasile”, e se Parigi val bene una messa, il circo val bene un tuffo. Anzi, anche più di uno, se necessario. Quello che conta, alla fine, è che i circhi siano sei.
Enrico Steidler