Connect with us

Focus

I 5 ‘Palloni d’oro mancati’ più clamorosi dell’ultimo ventennio

Pubblicato

|

Sneijder
Sneijder, Pallone d'Oro mancato

Wesley Sneijder, nel 2010 una stagione epica per lui: ma per vincere il Pallone d’Oro non bastò

Il Pallone d’Oro è il massimo. Il premio individuale che tutti i giocatori sognano. Alcuni ci arrivano, anche più volte. Altri non ci arrivano mai. Anche se, forse, in fondo in fondo, l’avrebbero meritato. Si è tanto discusso sulla possibilità e sull’opportunità di assegnare un ‘Pallone d’Oro alla carriera’, a favore di grandissimi giocatori che hanno avuto soltanto la sfortuna di essere si fenomenali nel lungo periodo, ma mai tanto fenomenali da poter prevalere sui colleghi di tutto il mondo nella singola stagione. Discorso interessante, ma proviamo ad andare oltre. Perchè in alcuni casi, al di là di tutto, certe ‘non assegnazioni’ sono parse del tutto incomprensibili alla luce di quanto fatto dal singolo giocatore nel singolo anno. Nell’ultimo ventennio si contano almeno 5 Palloni d’Oro assegnati idealmente dal popolo e non confermati dagli organi giudicanti. Vittorie che sembravano scontate, tramutatesi agli atti poi in secondi, terzi o addirittura impensabili quarti posti. Stranezze del calcio. Macchè stranezze, assurdità.

CLASSIFICA – Proviamo adesso a fare una classifica dei Top 5 ‘Palloni d’Oro mancati’, partendo da quello meno clamoroso per arrivare a quello più clamoroso. Via!

POSIZIONE 5 – GIANLUIGI BUFFON – E’ il 2006. E’ l’anno della grande vittoria dell’Italia ai Mondiali di Germania. E’ l’anno in cui, forse, Gianluigi Buffon si consacra come il portiere più forte della storia, o quantomeno tra i tre più forti. Con la Juve disputa una stagione splendida, con la Nazionale fa addirittura meglio vincendo il titolo iridato da grandissimo protagonista. Subisce due reti, una su rigore e l’altro è un autogol. Nessun avversario, in pratica, riesce a segnargli un normale gol su azione. SuperGigi è invalicabile: su di lui rimbalzano i vari Nedved, Podolski, Klose, Shevchenko, Henry. La creme de la creme, insomma. Ai supplementari con la Franciain Finale, fa una monumentale parata su Zidane che è già passata agli annali del calcio come una delle più belle e decisive dalla nascita di questo meraviglioso sport. In molti si aspettano una sua vittoria, ma alla fine trionfa Cannavaro. La magra consolazione è che si tratta di un suo amico, e che è comunque un successo meritato alla luce di quanto fatto in Germania dal difensore. Ma la verità è che momento e situazione valevano bene un’eccezione. Anche a livello simbolico, visto che i portieri sono spesso messi da parte, consegnare l’ambito premio al più forte della storia nella stagione in cui ha vinto il Mondiale da protagonista poteva essere una scelta condivisibile. Peccato.

POSIZIONE 4 – ALESSANDRO DEL PIERO – Salto indietro di 10 anni, siamo nel 1996. E’ nata una stella, del calcio italiano e di quello mondiale: Alessandro Del Piero. In Champions League il ragazzo prodigio fa faville, regalando perle su perle e mandando in visibilio il globo intero. Realizza dei gol pazzeschi, che un giorno verranno appunto rinominati ‘gol alla Del Piero’ e passeranno alla leggenda. Quella Champions il giovane Del Piero la vince. Poi vince anche l’Intercontinentale, segnando il gol decisivo in finale col River Plate. La sua candidatura si fa sempre più forte, in molti cominciano a credere che Alex alla fine riuscirà a far suo il prestigioso riconoscimento. O quantomeno ad arrivare a podio. Invece trionfa Sammer, che in quell’anno fa una stagione discreta col Dortmund e vince gli Europei con la Germania. Un ottimo difensore, per carità. Ma in molti non credono ai loro occhi. Anche perchè Del Piero finisce quarto. Quarto? Avete detto quarto?

POSIZIONE 3 – PAOLO MALDINI – Siamo nel 1994. Paolo Maldini, che si rivelerà poi uno dei giocatori più longevi nella storia del calcio, a quei tempi è un baldo giovanotto di 26 anni. In quell’anno, Maldini sfiora qualcosa di mai visto. Vince infatti lo Scudetto. Vince anche la Champions League. Perde la finale dei Mondiali in finale col Brasile, altrimenti sarebbe stato en plein. Maldini è in quel momento uno dei difensori più forti al mondo, e lo rimarrà per anni, fino alla fine della carriera. Ma li è al top, anche a livello di squadra. Il Pallone d’Oro però se lo porta a casa Stoickhov. Maldini è terzo, dietro anche a Baggio. La giuria decide quindi di premiare i gol. Baggio e Stoickhov infatti ne segnano a bizzeffe. Maldini non può: è un difensore. Ma a ben vedere, nessuno dei due che lo precedono è riuscito nemmeno minimamente ad avvicinare le vittorie (al netto della somma tra quelle ufficiali e quelle sfiorate) di Paolo. Di più: Maldini elimina Stoickhov due volte. In finale di Champions League il suo Milan distrugge il Barcellona 4-0. In semifinale dei Mondiali, l’Italia batte la Bulgaria 2-1. Vengono premiati i gol, non viene considerato il resto. Eppure, leggendo la lista dei criteri d’assegnazione del Pallone d’Oro, esce fuori questo: ” 1) insieme delle prestazioni individuali e di squadra durante l’anno preso in considerazione 2) valore del giocatore (talento e fair play) 3) carriera 4) personalità e carisma “. Tutti criteri che Paolo soddisfaceva appieno. Quell’anno più di tutti. Ma la verità è che questi benedetti criteri, purtroppo, sono stati applicati ogni anno sulla base di come si alzava la giuria la mattina. 

POSIZIONE 2 – RAUL – La piazza d’onore spetta a Raul Gonzalez Blanco, totem e leggenda del Real Madrid. Siamo nell’anno 2001. Raul tira fuori una stagione che non ha nulla di umano: vince il titolo nazionale coi Blancos, vince il titolo di pichichi, ovvero capocannoniere del campionato spagnolo con la bellezza di 24 gol. E’ terzo alla Scarpa d’Oro. Nello stesso anno diventa miglior marcatore in attività della Liga, a soli 24 anni, e vince anche il titolo di capocannoniere della Champions League. E’ inoltre insignito del premio di miglior attaccante delle competizioni UEFA. Insomma, qualcosa di astronomico. Il Pallone d’Oro è suo, lo pensano e lo dicono tutti. Tutti tranne la giuria, che stupisce ancora una volta consegnando il premio a Micheal Owen, baby inglese che segna 16 gol in campionato e 4 in Coppa Uefa, titolo che quell’anno vincerà col Liverpool. Oggettivamente troppo poco per prevalere su Raul, che arriva secondo e non vincerà mai il Pallone d’Oro. A festeggiare è il giovane Micheal, che di li in poi imboccherà una parabola discendente quasi senza paragoni. Strange. 

POSIZIONE 1 – WESLEY SNEJIDER – Veniamo a noi. Veniamo al Pallone d’Oro mancato più assurdo nella storia del calcio, non soltanto dell’ultimo ventennio. La storia di Sneijder non soltanto supera a velocità supersonica i confini dell’immaginazione, la doppia come si doppiano gli ultimi classificati in Formula 1, se ne fa beffe. L’anno è il 2010. Sneijder fa tutto quello che dovrebbe fare un giocatore per vincere non uno, ma due Palloni d’Oro in una volta sola. Sia a livello individuale che di squadra. E’ di gran lunga il trequartista più forte del momento. E sicuramente il calciatore più decisivo e vincente di quella stagione. Vince tutto col club, da protagonista: Serie A, Champions League, Coppa Italia. Fa il Triplete, Sneijder. Regalando perle, disegnando ed insegnando calcio. Poi c’è il Mondiale. Dice il saggio: “Wesley è stremato, avrà un calo fisiologico. E poi l’Olanda non è granchè”. Il saggio si sorprende quando si rende conto di esser circondato dalle grasse risate di tutto il mondo del calcio. Sneijder ai Mondiali fa il fenomeno, fa l’alieno. Si laurea capocannoniere della rassegna iridata, lui che di mestiere farebbe il trequartista. Esagera, perchè coi suoi gol e con le sue prove sontuose riporta l’Olanda in finale dopo 32 anni. Finale che gli Orange perdono al fotofinish dei supplementari con la Spagna, ma non certo per colpa di Wesley. Il mondo gli tributa un applauso collettivo, scrosciante. Sneijder attende il verdetto, sa che quel favoloso anno molto probabilmente si concluderà con un fantastico Pallone d’Oro. Tutti ci credono, tutti lo danno come favorito. Poi la doccia gelata: fuori dal podio. Incredulità, sgomento. Vince Messi, poi Iniesta e Xavi. Sneijder è quarto, nonostante gli altri non abbiano fatto nemmeno un quarto di ciò che ha fatto lui. La cosa peggiore è che fra qualche decennio nessuno si ricorderà più di questa storia. Nessuno si ricorderà più delle pene del giovane Wesley, fenomeno mondiale che quell’anno sbaragliò la concorrenza e non ebbe nemmeno la soddisfazione di vedere il suo nome scolpito in calce nella lista dei Migliori 3. Perchè il Pallone d’Oro sarà pure bello, ambito, sublime, ma è pure parecchio crudele. E incomprensibile. Ma il televoto no?

Vincenzo Galdieri

8 Comments

8 Comments

      Leave a Reply

      Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *