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Milan, scappano tutti. De Jong gela i rossoneri: “Devo valutare”
E’ diventato beniamino dei tifosi prestissimo. Perchè Nigel De Jong è uno che lotta su tutti i palloni, non si risparmia mai, suda per la maglia. E perchè, parliamoci chiaro, è uno dei pochi ottimi calciatori transitati dalle parti del Milan negli ultimi due anni. Secondo molti, uno dei pochi che “ci sarebbe stato” anche in un Milan di livello assoluto, internazionale, come è sempre stato e come tutti si augurano tornerà ad essere a stretto giro di posta. Ma un conto sono le speranze, un altro è la realtà. La realtà è che oggi il Milan non offre garanzie. Confusione societaria ai massimi livelli, allenatori cambiati come calzini. E i giocatori di buon\ottimo livello rimasti cominciano a porsi degli interrogativi sempre più pressanti. De Jong non è da meno, pensa al futuro. Un Milan senza Europa è difficile da concepire, perchè da sempre Milan ed Europa sono un connubio inscindibile. Fa strano. E porta a riflettere.
“SEEDORF? IL CALCIO E’ POLITICA…” – L’olandese sembra anche indispettito dal modo in cui è stata tratta la questione Seedorf e lancia parole al miele per il connazionale. Un po’ meno per il modo di concepire il calcio in Italia: ““L’esonero di Seedorf? Sapete come va il calcio in Italia: lì è politica. Lui ha fatto un ottimo lavoro con giocatori non scelti da lui. Purtroppo abbiamo mancato l’Europa di un solo punto”. De Jong si unisce quindi al coro degli scettici, di quelli che avrebbero confermato Clarence senza dubbio alcuno. Ma non sono queste le dichiarazioni che spaventano il Milan.
“RIMANERE AL MILAN? SONO AL TOP…” – L’olandese infatti continua e lascia ampio spazio ai dubbi in merito alla sua permanenza in rossonero: ““Ho 29 anni e devo prendere una decisione importante. Rimanere al Milan oppure lasciare per un altro club. Il Milan è un Top club, ma voglio conoscere bene il progetto per il prossimo anno, una cosa normale”. Insomma, il messaggio di De Jong è questo: ho 29 anni, sono al top della carriera. Avrò sicuramente altri 2-3 anni da giocare ad altissimi livelli, poi molto dipenderà da vari fattori. Come è per tutti i calciatori: dopo i 32 (l’asticella si è alzata, prima era ‘dopo i 30’) bisogna rivalutare e ricalcolare. Insomma, De Jong dice: “Life is now”. Sa di essere un calciatore di livello internazionale, appetibile per molti club oggi. E non è sicuro di voler continuare in un Milan che naviga a vista. Il rischio è quello di giocarsi i prossimi 3 anni a dover ricostruire faticosamente. Poi Nigel ne avrebbe 32 e, forse, non più le energie fisiche di oggi. Perchè i mediani di fatica rischiano di arrivare a quell’età un po’ logorati (anche se oggi, con le preparazioni specifiche di cui godono i calciatori, la mano sul fuoco non bisogna assolutamente mettercela). Ne avesse 25-26, con ancora tanti anni di carriera al top da vivere, forse Nigel non avrebbe fatto questo ragionamento. Perchè si è legato tanto al Milan, all’ambiente, ai tifosi, ai colori rossoneri. Ma a volte la mente deve prevalere sul cuore. La nave traballa, i capitani potrebbero mollarla. Quello di De Jong è l’ennesimo messaggio per la società: serve una svolta, subito. Altrimenti, il rischio è quello di ritrovarsi senza campioni, oltre che senza Europa.
Vincenzo Galdieri
Twitter: @Vince_Galdieri