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Cinema

Le Meraviglie: la storia di Gelsomina incanta il Festival di Cannes

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Alba Rohrwacher, madre della piccola Gelsomina, sul set del film Le Meraviglie insieme agli altri interpreti.

La famiglia di Gelsomina vive in un’antica masseria in aperta campagna: il papà è un burbero apicultore chiuso in se stesso, la mamma lavora nei campi e accudisce le figlie con l’aiuto di Cocò, un’amica di famiglia che dà una mano in casa e mentre le sorelline corrono nel fango e si divertono a fare dei fragorosi tuffi in acqua, Gelsomina si sveglia al mattino presto per preparare il miele. Lei con le api ci gioca, ci parla, la sua è una vera propria passione, per questo pur essendo poco più di una bambina lavorare sodo non le pesa. In una torrida estate a metà degli anni novanta l’incontro con una troupe televisiva le darà la possibilità di partecipare ad un concorso a premi, rivelando il suo desiderio di aprirsi il mondo e le sue ingenue ambizioni fanciullesche. La ritrosia del padre la renderà un’impresa difficile, ma alla fine i suoi sogni e la sua tenacia verranno riconosciuti.

LO SGUARDO DI GELSOMINA – A distanza di 3 anni dal suo primo lungometraggio Corpo Celeste, (che le vale il nastro d’argento come miglior regista emergente) Alice Rohrwacher conquista Cannes tornando a parlare del mondo degli adolescenti e diventa la prima donna nella storia del Festival a vincere il Gran Prix della giuria. Le Meraviglie è indubbiamente il film italiano più acclamato di questa edizione: lo stile naturale, spontaneo e a tratti documentaristico con cui la regista si approccia ad una trama a soggetto ha dell’incredibile e riflette perfettamente lo sguardo schietto e vivace della giovane protagonista, la cui vicenda familiare si intreccia con quella di un’intera realtà sociale che in quegli anni è in piena crisi. Sono gli anni delle canzonette di Non è la Rai, delle frange laccate e di Ambra Angiolini, ma sono anche gli anni di Tangentopoli, del primo Governo Berlusconi, del marketing e della comunicazione. Anni in cui il marchio diventa più importante del prodotto e prende piede una nuova logica di mercato con cui la nostra cultura artigiana e contadina si troverà a fare i conti.

 LA CAMPAGNA – La Rohrwacher guarda a quella realtà, ormai decaduta, con autentica nostalgia, esasperandola attraverso una famiglia che vive ai margini di una società che rifiuta, indugiando sui particolari della vita in campagna: la raccolta dei pomodori, i campi sterrati, l’aia, il profondo senso di libertà e l’impegno che essa comporta. Particolari che la regista conosce bene dal momento che trascorre la sua infanzia insieme ai genitori e la sorella Alba nei luoghi in cui è ambientato il suo film. L’elemento autobiografico è un’altra componente fondamentale de Le Meraviglie, forse quella che permette all’autrice di entrare dentro la storia, pur conservando un approccio oggettivo e svelare la natura dei legami tra i vari componenti di questo atipico un nucleo familiare.

Patrizia Culmone

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