Milan
Inzaghi nuovo allenatore del Milan. Come cambierà la squadra
Pippo Inzaghi è il nuovo allenatore del Milan. Niente sorprese eclatanti quindi, dato che l’esonero di Seedorf era nell’aria già da diversi mesi. Il tecnico della primavera ha messo tutti d’accordo ieri sera nell’incontro tenutosi ad Arcore. Questa volta la scelta è condivisa dalla quasi totalità del Milan: Sia dai due DS Galliani e Barbara Berlusconi, sia dai giocatori, sia dalla società che dallo stesso Presidente, che si trova in sintonia soprattutto per quanto riguarda il modulo che Inzaghi ha adottato con la primavera e che, quasi sicuramente, sarà quello ufficiale per la prima squadra.
IL MANIACO NELL’OVATTA – Insieme ad Inzaghi, definito maniacale nella cura dei dettagli, dovrebbe rimanere come secondo allenatore Tassotti, che la dirigenza sta cercando di convincere a rimanere, mentre circola insistentemente il nome di Sacchi come supervisore. Un abbraccio all’ovatta per SuperPippo, che, a differenza di Seedorf, sul cui nome era convinto solo Berlusconi salvo poi ricredersi, avrà a disposizione l’appoggio di tutti, quasi fino a viziarlo. C’è anche da sottolineare l’aspetto economico, essendo Inzaghi già sotto contratto col Milan e, soprattutto, la volontà di assecondare le scelte di mercato di Galliani, anche se la stessa Lady B. aveva fatto capire che il cambiamento non era un opzione, ma un obbligo.
QUESTIONE DI MODULO – Il nuovo Milan adotterà sicuramente il 4-3-3, modulo preferenziale per Inzaghi, che potrebbe quindi sfruttare al massimo sia le capacità di Balotelli (che potrebbe giocare sull’esterno o muoversi da seconda punta), sia quelle di El Shaarawy, sul quale Inzaghi ripone molta fiducia. Modulo che potrebbe trasformarsi anche in un 4-3-1-2, ovvero il cosiddetto modulo Berlusconi, sfruttando sia Taarabt che Honda, con Kakà che, se dovesse rimanere, potrebbe sia giocare da trequartista che da seconda punta. Dovrebbe tirare un sospiro di sollievo anche Pazzini, che finalmente potrebbe essere impiegato con costanza insieme a Balotelli. Potrebbe tornare alla base anche Paloschi, con Matri quindi che verrebbe ceduto per fare cassa.
Capitolo a parte il centrocampo, dove Montolivo andrà di sicuro ad occupare la sua posizione congegnale, ovvero davanti la difesa, mentre rimane il rebus mezz’ale, anche perché De Jong a questo punto potrebbe, paradossalmente, anche non trovare più spazio, vista l’idea di Inzaghi di schierare un giocatore di manovra davanti la difesa. E’ ovvio che la necessità sarà intervenire per coprire gli altri 2 ruoli, con Poli di netto favorito rispetto agli altri, e Parolo vecchio pallino di Galliani.
La difesa, dove si cercherà di chiudere per Rami al più presto, ha bisogno di un altro centrale, anche perché Alex non rientrerebbe, sembra, nelle logiche di Inzaghi, e soprattutto di un terzino sinistro, che potrebbe essere sia Cissokho, che arriverebbe a prezzo di saldo, che Santon, dove però peserebbe un esborso economico importante. De Sciglio dovrebbe sicuramente rimanere, con il capitolo porta che sembra un grande punto interrogativo, dato che Agazzi ed Abbiati non danno molte garanzie. Inzaghi non avrà, almeno sotto questo aspetto, vita facile.
Luca Porfido