Basket
Nba, Michael Jordan shock: “Da bambino ero razzista”

Non trova pace il mondo del basket a stelle e strisce, che dopo il caso Sterling finisce sotto i riflettori per le presunte dichiarazioni razziste niente meno che da parte di His Airness Michael Jordan. Le dichiarazioni fanno fede al passo del libro scritto da Roland Lazenby “Michael Jordan: The Life”.
Nello specifico Michael Jordan raccontò allo scrittore americano della sua infanzia passata nel North Carolina, dove l’odio razziale verso gli afroamericani era ancora molto profondo e radicato. Narra inoltre di un episodio accadutogli nel lontano 1977 durante i suoi anni di High School :” Una ragazza della mia scuola mi chiamò negro, ed io non esitai a scagliarle addosso una lattina di soda. In quel momento mi sono accorto che odiavo tutti i bianchi, in pratica anche io ero un razzista.“.
La frase, ripresa pochi giorni fa dai media americani, ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo creando un parallelismo strumentalizzato con la vicenda dell’ex presidente Clippers Sterling. In realtà questo parallelismo è poco credibile visto che le dichiarazioni dell’ex 23 dei Chicago Bulls fanno riferimento ad un periodo passato della sua vita, come spiegato dallo stesso Lazenby. Quest’ultimo,attraverso le pagine dei giornali d’Oltreoceano, ha tenuto a precisare che questa dichiarazione costituisce solo un aneddoto del periodo adolescenziale dell’atleta statunitense, il quale, vista l’età, aveva sicuramente una visione del mondo alquanto limitata. Altresì quella di Jordan era una reazione , seppur forte ed ingiustificabile, ad episodi che avvenivano all’ordine del giorno.
Insomma, questo caso pare davvero una sorta di elemento principe di una caccia allo scoop. Ammettendo che lo stesso Jordan abbia fatto del trash talking in campo elemento peculiare della sua incredibile carriera, pare davvero superficiale gridare allo scandalo per un fatto di questa entità, risalente al 1977. Da quell’anno ne è passata di acqua sotto i ponti anche per Jordan, il quale ha visto la sua incredibile carriera sportiva caratterizzata anche dalla continua ricerca dell’integrazione con i suoi compagni di squadra nonchè amici, senza distinzione di colore della pelle.
Simone Gianfriddo
