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Milan attento! Il San Paolo sogna Kakà

La mancata qualificazione alla Champions potrebbe costare al Milan non solo il rosso in bilancio: oltre ai mancati introiti, infatti, il fatto di non disputare la massima competizione avrà come effetto la decurtazione del 20% dello stipendio di Kakà. Questo potrebbe spingere il pallone d’oro a guardarsi intorno, meditando di lasciare la sua squadra del cuore dopo neanche un anno dal suo ritorno al Milan.
SOGNO NEL CASSETTO – Fresco dei suoi 32 anni, Kakà potrebbe, come quasi tutti i suoi connazionali prima di lui, decidere di chiudere la carriera in Brasile (e Robinho potrebbe seguirlo). Il neo presidente del San Paolo, Carlos Miguel Aidar, ha infatti dichiarato, durante un’intervista a Radio Bandeirantes, che tra tutti i brasiliani in giro per il mondo, quello che più gradirebbe riportare in patria sarebbe proprio Kakà: “A tutti piace sognare. Mi piacerebbe vedere il San Paolo con in campo Hulk, Dani Alves, Alan Kardec e, perché no, Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar! A parte gli scherzi, un nome che voglio davvero è solo uno: Ricardo Kakà, sarebbe davvero un sogno riportarlo a casa”.
NUOVO ADDIO – Cosa farebbe il Milan in questo caso? E’ ovvio che, avendo ancora un contratto fino al 2015, il desiderio dei rossoneri, e di Galliani in primis, sarebbe quello di poter vedere il brasiliano con la maglia del Milan anche l’anno prossimo, essendo Kakà non solo un leader in campo ma anche un uomo molto importante per lo spogliatoio rossonero. Difficile però trattenere un campione che, oltre ad essersi dimezzato l’ingaggio per ritornare a vestire la maglia del Milan, a 32 anni si vedrebbe ulteriormente ridotto l’ingaggio ( di circa 800 mila euro). Lo stesso Aidar ci ha tenuto a ricordare che lui non è uomo da annunci impossibili: quando era presidente del San Paolo nel 1986 riuscì a riportare in Brasile Falcao e la squadra l’anno dopo vinse lo scudetto. Tuttavia i tempo sono cambiati, ed è lo stesso Aidar ad ammetterlo:
“Per noi sarebbe perfetto. E’ bello, bravo, parla bene e ha tutti i denti. Non potremmo competere con i soldi degli arabi e dei cinesi, ma lui sa che qui sarebbe l’uomo giusto al posto giusto”.
Luca Porfido
