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Catania, dall’ottavo posto alla retrocessione: di chi è la colpa?

C’era una volta il Calcio Catania: quello che finiva in classifica sopra l’Inter sfiorando la qualificazione in Europa, quello che a tratti esprimeva il miglior gioco di tutto il campionato e quello che esaltava i tifosi ad ogni partita anche se persa. C’è oggi invece un altro calcio Catania: una squadra priva di idee, motivazioni e brio; una squadra che a poche giornate dalla fine si ritrova ad 8 punti dalla 17esima posizione che gli garantirebbe la permanenza nella massima serie. Ma di chi sono le colpe di questo inaspettata debacle?
NINO SALVACI TU – E’ disperato l’appello di quei pochi tifosi che sono ancora rimasti fedeli al vulcanico presidente del Catania, disperato come l’altro fronte della tifoseria che invece critica la dirigenza del club etneo. “Vuoi retrocedere Nino, ci hai traditi” Si legge dai più disparati (ignoranti e stupidi) post su facebook. Adesso, ammesso che di errori da parte della dirigenza possano essercene stati, vedi la disperata e fallimentare campagna di mercato a Gennaio, come può un tifoso pensare che il proprio presidente possa voler vedere la propria creatura andare in B?
ARMONIA IN CAMPO – Saremmo piuttosto propensi a credere che la causa di questa disastrosa stagione sia non solo il gioco sfiduciato dei giocatori (non abituati a lottare in fondo alla classifica) e l’involuzione incredibile di molti tra i protagonisti dell’anno scorso. Barrientos, Bergessio e sopratutto Andujar i giocatori più bersagliati, non a caso, dalla tifoseria rossoblu; l’esterno sembra solo la bruttissima copia del frizzante Pitu dello scorso campionato, la punta argentina la mette dentro quando può ma è spesso lasciato da solo a battersi tra le maglie avversarie e il portiere, prossimo a vestire la maglia del Napoli, sembra aver dimenticato come si stia in porta. Aggiungiamo anche un pizzico di sfortuna in determinate occasioni e la ricetta è pronta: il Catania rischia la B e la partita in casa contro la Sampdoria è davvero l’ultima spiaggia per gli uomini di Pellegrino
Filippo Di Cristina
