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Mercato Juventus: Conte non firma senza garanzie
Antonio Conte e la Juventus: questo il rebus che si staglia sui tifosi bianconeri ad ogni finale di stagione, ormai quasi da consuetudine. Nonostante l’incredibile stima dell’ambiente Juventus e l’incondizionata stima della società, l’allenatore leccese, per rimanere, avrebbe chiesto maggiori garanzie sul mercato e un ruolo sempre più importante dal punto di vista decisionale.
MERCATO JUVENTUS – Il contraccolpo subito con l’eliminazione dalla Champions è stato molto duro: privando la Juventus di circa 20 milioni di euro è andato ad intaccare il piano quinquennale nato nel 2010 e che prevedeva introiti per un totale di 50 milioni di euro l’anno grazie alla vittoria del campionato e almeno gli ottavi di Champions. Durante il percorso in Europa League, però, i bianconeri hanno già messo in tasca circa tre milioni di euro, e vincendo l’eventuale finale allo Stadium potrebbero incassarne altrettanti. Non saranno cifre esaltanti, ma di certo importanti per ammortizzare l’eliminazione in Turchia. La Juventus è una società sana, ma è chiaro che non può permettersi spese folli per non rischiare di rompere i sottili equilibri di bilancio: allora, per accontentare Conte, potrebbe esserci il sacrificio di un top player ( Pogba o Vidal) per cercare di reinvestire la cifra ottenuta in due o tre colpi di qualità: un esterno offensivo, un difensore centrale di livello internazionale e un laterale difensivo a sinistra.
LA SOCIETA’ – La società Juventus vuole provare a trattenere Conte a tutti i costi, e accontentandone almeno in parte le richieste sul mercato e garantendogli una progressiva libertà decisionale, (in grado un giorno di portarlo a rivestire un ruolo manageriale all’inglese, o quasi) dovrebbe effettivamente riuscirci. L’ad dei bianconeri, Marotta, ha dichiarato ai microfoni di Sky che il rinnovo è vicino e le due parti si incontreranno dopo risultati importanti, ovvero la vittoria dello scudetto e magari pure dell’Europa League. Intanto il popolo zebrato spera, con il fiato in gola, di non perdere il proprio condottiero: sempre così vicino e acclamato, eppure così sfuggente e lontano.
Calogero Destro